SPECIALE MARIO MARTONE
Una morte annunciata
Vincitore del Gran Premio Speciale della Giuria alla Mostra del cinema di Venezia, Morte di un matematico napoletano presenta già molte delle caratteristiche che fanno di Mario Martone uno tra gli autori più importanti e coerenti – pur nella diversità tra i suoi film – emersi nel cinema italiano negli ultimi, poveri decenni.
Intanto un’apprezzabile raffinatezza formale (la bella fotografia di Luca Bigazzi, che colora di un giallo antico e freddo le immagini di una Napoli tutt’altro che da cartolina), condizione necessaria per allontanare il rischio del teatro filmato. Martone, infatti, è colto uomo di teatro e ciò si intuisce dalla grande attenzione alle performance recitative: qui si segnala, in particolare, oltre a uno straordinario Carlo Cecchi, nel ruolo dell’ombroso e stravagante protagonista, il professore universitario di matematica antifascista Renato Caccioppoli, anche un giovane Toni Servillo, lontano da manierismi e smorfie. Il film di narrativo, nel senso dell’azione, non ha molto, e procede per dialoghi, a volte un po’ ad effetto quando parla Caccioppoli, e per brevi scene silenziose, seguendo il ritmo del vagabondare di Renato, senza una vera meta, proprio come il Cesare Conversi de I giorni contati di Petri. Sono gli eleganti movimenti di macchina a creare dinamismo, a donare vita al racconto, che inizia il primo maggio 1959, quando Caccioppoli viene ritrovato dormiente alla stazione di Roma – altre volte, a causa dell’alcool, lo ritroviamo assopito, persino sul tavolo della riunione del Senato accademico! – e termina il 9 dello stesso mese, con i funerali del protagonista, suicida. Solo un breve spaccato di vita, dunque, ma riuscito per la capacità di restituire una personalità complessa, in un momento difficile della sua esistenza, e anche nella sua imprendibilità, nell’indicibilità del profondo. La caratterizzazione del personaggio si affida a procedure indirette, come quando scopriamo da una conversazione tra i suoi colleghi che Renato è un outsider ormai stanco dell’insegnamento (si deduce anche dal modo bizzarro in cui si comporta durante gli esami). E nel finale il coro di voci dei partecipanti al funerale di Caccioppoli ne conferma tutta la contraddittorietà psicologica. Geniale ma umanissimo nelle sue debolezze, Caccioppoli anticipa la fascinazione di Martone per gli individui fuori dalla norma, solitari e incompresi, come il Leopardi de Il giovane favoloso. Uomini di pensiero dalla morte precoce, ma che lasciano il segno. Individui apparentemente cerebrali, ma in realtà ardenti di passione, un contrasto che è tipico anche del cinema di Martone, sempre oscillante tra un certo intellettualismo (Teatro di guerra) e una intensità che si fa carnalità (L’amore molesto), vicinanza a corpi, volti, persone.
Morte di un matematico napoletano [Italia 1992] REGIA Mario Martone.
CAST Carlo Cecchi, Anna Bonaiuto, Toni Servillo, Renato Carpentieri, Licia Maglietta.
SCENEGGIATURA Mario Martone, Fabrizia Ramondino. FOTOGRAFIA Luca Bigazzi. MUSICHE Michele Campanella.
Drammatico, durata 108 minuti.