SPECIALE MARIO MARTONE
Il diavolo rimosso
Delia vive a Bologna ormai da tanti anni, da quando ha lasciato Napoli e un passato e una famiglia che le hanno dato più dolori che gioie. Accanto a lei, comunque, restano forti il ricordo delle sorelle e soprattutto della madre, vivace all’inverosimile e sempre attiva, cosa che rende la notizia del suo suicidio a dir poco inaspettata.
Delia, incredula, torna nella città della sua infanzia per far luce su una morte per lei impossibile, ma col passare dei giorni, scoprendo sempre maggiori dettagli, si accorge di aver rimosso gran parte del suo passato, che è ora costretta a rivangare. Mario Martone costruisce ne L’amore molesto un film frammentario, tanto visivamente quanto a livello diegetico. La trama è costellata di flashback, di ricordi improvvisi, di illuminazioni istantanee e di quotidianità vissuta: tutto giustapposto nella durata del film fino a creare un mosaico di immagini più eloquenti di tante parole. I dialoghi, in effetti, sono piuttosto scarsi e reticenti, sono le impressioni a guidare il senso della narrazione e del susseguirsi degli eventi. Il regista costruisce insomma il racconto giustapponendo spezzoni di vita vissuta e dimenticata, senza però finire col creare un puzzle indistricabile, ma anzi raggiungendo una chiarezza cristallina che rispecchia la realtà molto più di quanto non facciano elucubrazioni dialogiche e psicanalisi esplicitate.
Nella storia di ognuno sono presenti degli eventi rimossi, delle dimenticanze più o meno volontarie che tornano alla memoria in modo ineluttabile e con cui siamo costretti a fare i conti. Questa è la sensazione che meglio esprimono le immagini del film, che mescola la realtà e la psiche non a livello onirico e immaginifico, ma semplicemente proponendo il ricordo, o meglio la ricognizione di sé, al centro della scena. La negazione finale che si impone Delia non diventa per forza un non riuscire a scoprire le cose, ma sembra piuttosto un decidere di tornare a rimuovere certe notizie e certi eventi, in modo tale da lasciarsi andare ed accogliere il futuro in maniera più pacifica, magari bevendo una birra con degli sconosciuti sul treno di ritorno. Non va dimenticata la bravura del regista nel comporre un disegno capace di rendere queste impressioni e di mostrare lo scavo nella vita privata e familiare di ognuno, ma anche quella della protagonista, degna del successo riscosso con questo film. L’amore molesto ha infatti girato diversi festival, tra cui il 48° Festival di Cannes, riscuotendo premi e successo.
L’amore molesto [Italia 1995] REGIA Mario Martone.
CAST Anna Bonaiuto, Angela Luce, Gianna Cajafa, Peppe Lanzetta, Licia Maglietta, Enzo De Caro.
SCENEGGIATURA Mario Martone, Elena Ferrante (tratta dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante). FOTOGRAFIA Luca Bigazzi. MUSICHE Steve Lacy, Alfred Shnitke.
Drammatico, durata 104 minuti.