Cinema, cinema e ancora cinema. Anche quest’anno abbiamo giocato alle top ten (ogni redattore ha stilato la propria classifica, la redazione ha contato i voti e ha messo i titoli in ordine) e il risultato è un’esplosione di immagini travolgenti, potenti, fieramente cinefile. Il 2013 ci è sembrato un anno ghiottissimo: ne è prova il fatto che i titoli che leggete qua sotto sono distanziati tra loro solo da una manciata di punti. Siamo orgogliosi di vedere, tra i nostri dieci preferiti, tante pellicole che hanno fatto discutere, piuttosto che quelle che sono piaciute a tutti. Ci piace pensare che la vincitrice, La vita di Adele, sieda con sguardo amichevole sopra la montagna di polemiche che ne hanno accompagnato l’uscita in sala: respirando libera e vivissima come il cinema di Abdellatif Kechiche. Adele guida la danza dei film 2013: lei su I follow rivers di Lykke Li, le spring breakers di Harmony Korine sulla dubstep rimasticata da Skrillex, Django swagga a cavallo mentre tutto intorno esplode, e nel frattempo Toni Servillo (La grande bellezza è l’unico italiano, e pure lui contrastatissimo), Jennifer Lawrence e Bradley Cooper sfidano gioiosamente (e vincono) il ridicolo a ritmo di musica. Affonda nello spazio la visione esperienziale di Gravity, naufragano nel tempo e nella mente le derive ipnotiche di The Master, e Zero Dark Thirty scioglie in pianto il trauma che ha segnato, dal 2001, l’immaginario d’America. La commedia di Judd Apatow è di quelle che ci pongono di fronte uno specchio impietoso. Quanto a Holy Motors, ci ricorda che nulla conta più della bellezza del gesto. Buon anno a tutti, da Mediacritica: che sia un 2014 altrettanto ricco di cinema e di danza.
Leggi le top ten di Sara Martin, Alice Cucchetti, Filippo Zoratti, Chiara Checcaglini, Mattia Filigoi, Margherita Merlo, Leonardo Cabrini, Francesco Grieco, Andrea Moschioni Fioretti, Lapo Gresleri, Daniel Paone, Lisa Cecconi, Edoardo Peretti, Michele Galardini, Maria Cristina, Martina Bigotto, Daniela Bressanutti, Eleonora Degrassi, Martina Farci, Luca Giagnorio, Marco Longo, Teresa Nannucci, Massimo Padoin, Carmen Spanò, Alex Tribelli, Giulia Zen e Roy Menarini (dal suo blog)
La top ten 2013 di Maria Cristina Andrian
- 1. Wolf Children: una storia poetica, sui sentimenti senza sentimentalismi, dove “casa” è il posto da cui lanciarsi nella vita.
- 2. Pacific Rim : robot giganti pilotati da esseri umani contro alieni marini “godzilliani”. Ho detto tutto.
- 3. Now You See Me – I maghi del crimine: alcuni illusionisti rimediano alle ingiustizie con colpi di scena e di magia, mostrando tutto senza svelare niente ad un coinvolto spettatore.
- 4. Il grande Gatsby: sfavillante, rococò, ubriacante, un film definito “troppo di tutto” e quindi perfetto per la vita di Jay Gatsby.
- 5. Il lato positivo: quando tutto va storto non è detto che continui, alla faccia di Hemingway. Dal fondo si risale correndo a suon di musica, in maniera fiduciosa, ma non ingenua.
- 6. Monsters University: epico scontro tra impegno e predisposizione, quando ancora Mike e Sully non erano chi la Pixar ci ha fatto amare nel precedente film.
- 7. Il grande e potente Oz: tanto colore, il cinema usato come arma di salvezza e furbescamente nessuna intenzione di confrontarsi con il più noto predecessore.
- 8. Star Trek: Into Darkness : Spock è troppo umano, Cumberbatch è IL villian, J.J. prosegue sereno tra nuovo e vecchio.
- 9. The Host: le faccende degli alieni passano in secondo piano quando vedi recitare Saorise Ronan e Diane Kruger, sfavillanti e combattive.
- 10. Beautiful Creatures – La sedicesima Luna: i due giovani protagonisti se la cavano, ma vincono i paesaggi del Sud degli Stati Uniti e la battaglia recitativa fra Jeremy Irons e Emma Thompson.
La top ten 2013 di Martina Bigotto
- 1. Gravity: un vortice emozionale che catapulta gli spettatori nello spazio siderale
- 2. Lincoln : la toccante scelta di una celebrità combattuta tra politica e famiglia
- 3. The Lone Ranger: il cherokee Depp torna finalmente nei panni di un nativo americano
- 4. Il figlio dell’altra: quando c’è davvero convinzione i confini fisici o virtuali non contano
- 5. Blancanieves: silent movie che mescola chiaroscuri, fiaba e folklore omaggiando l’anima andalusa
- 6. Alla ricerca di Jane: rivisitazione del mito della Austen e della sua mai sopita ispirazione per il gentil sesso
- 7. Questione di tempo/Cloud Atlas: interessanti declinazioni del viaggio nel tempo e nello spazio
- 8. Drift – Cavalca l’onda: immagini mozzafiato raccontano un sogno coadiuvato dall’interessamento mediatico
- 9. Viaggio sola: meglio un affollato monolocale di una suite: accattivante variazione sul gettonato tema della carriera a tutti i costi
- 10. I sogni segreti di Walter Mitty: chi conserva una fervida immaginazione a tutte le età ha una marcia in più
Menzione speciale alla miniserie televisiva tutta nostrana Volare – La grande storia di Domenico Modugno: un tributo sentito alla creatività dell’indimenticabile Mimmo nazionale, artefice della canzone italiana più famosa al mondo.
La top ten di Daniela Bressanutti
- Cloud Atlas
- Hunger Games – La ragazza di fuoco
- Lo Hobbit – La desolazione di Smaug/Zoran il mio nipote scemo
- Star Trek – Into Darkness
- Iron Man 3
- L’uomo d’acciaio
- Oblivion
- Elysium
- Una notte da leoni 3
- Blue Jasmine
La top ten 2013 di Leonardo Cabrini
- Spring Breakers
- Dietro i candelabri
- Questi sono i 40
- Zero Dark Thirty
- Il lato positivo
- Capitain Philips – Attacco in mare aperto
- Facciamola finita
- Qualcosa nell’aria – Après Mai
- Lincoln
- Django Unchained
In calce: Roee Rosen al Filmforum di Udine-Gorizia – A band called Death, visto al Milano Film Festival – Due sitcom: The Millers e The Goldbergs – Una comedy: Brooklin Nine Nine – Il finale di Breaking Bad che va beh ce lo aspettavamo, ma la serie è sufficientemente figa da meritare una menzione. Boiata dell’anno: Don Jon di Joseph Gordon-Levitt
La top ten 2013 di Chiara Checcaglini
- La vita di Adele: L’amore estenuante, la vita, Adèle Exarchopoulos e Lèa Seydoux. Eccessivo e meraviglioso.
- Holy Motors: Presuntuoso, respingente, un pozzo nero di autoriflessività, eppure grandioso.
- No – I giorni dell’arcobaleno: La Storia in uno slogan. Il film più intelligente dell’anno.
- Spring Breakers: Korine maestro dello stravolgimento rovescia l’immaginario teen ed estremizza stile e racconto: irresistibile.
- The Act of Killing: Il documentario più agghiacciante e importante dell’anno.
- Questi sono i 40: Sorprendente la ricchezza e la precisione con cui Apatow disegna una crisi familiare, e facendoci molto ridere oltre che un po’ piangere.
- Dietro i candelabri: Il talento di Soderbergh per il racconto visivo barocco come il suo protagonista Liberace.
- Still Life: I vivi e la morte: toccante e lievissimo, e una regia da ricordare.
- Gravity: Come ribaltare lo spazio conosciuto e ridare senso al 3D.
- Blue Valentine: Michelle Williams e Ryan Gosling sono le incarnazioni perfette della cronaca di un amore che finisce.
Menzioni speciali: i film con la fine del mondo nel titolo: This Is the End (Facciamola finita) e The World’s End (La fine del mondo); Inside Llewyn Davis visto al Torino Film Festival; il finale di Breaking Bad in cui ho versato tutte le mie lacrime.
La top ten 2013 di Lisa Cecconi
- Zero Dark Thirty
- Django Unchained
- Gravity
- Re della terra selvaggia
- No – i giorni dell’arcobaleno
- Blue Jasmine
- Miss Violence
- Rampart
- Frankenweenie
- The Lone Ranger
Serie TV: Breaking Bad, The Good Wife
La top ten 2013 di Alice Cucchetti
- Holy Motors
- Spring Breakers
- The Master
- Django Unchained
- La vita di Adele
- Anna Karenina
- Gravity
- Zero Dark Thirty
- La quinta stagione
- Il grande Gatsby
Fuori per un soffio: Qualcosa nell’aria di Olivier Assayas, Re della terra selvaggia di Benh Zeitlin, Blue Valentine & Come un tuono di Derek Cianfrance, Miss Violence di Alexandros Avranas, Lincoln di Steven Spielberg, La fine del mondo di Edgar Wright, Les Miserables di Tom Hooper, Effetti collaterali di Steven Soderbergh
Non sono (ancora?) usciti: We Are the Best!, Only Lovers Left Alive, American Hustle, Frances Ha, Locke, Under the Skin, La jalousie, Tom a la ferme, Why Don’t You Play in Hell. La meglio tv: Top of the Lake, Les revenants, The Americans, Orphan Black, House of Cards, Orange Is the New Black, la seconda stagione di Girls, la quinta strepitosa stagione di The Good Wife
La top ten 2013 di Eleonora Degrassi
- La vita di Adele: Adele è affamata di vita e cibo. Il sogno di una ragazza dai capelli blu. Corpi. Amore. Vita. Cinema.
- Miss Violence: Smarrimento e schifo. Una famiglia ferita, una defenestrazione amara che si porta dietro violenze e soprusi.
- Django Unchained: Dottor Schultz e Django. Sorvegliare e punire. Vendetta e Sangue. Un gioco esplosivo.
- Blue Valentine: Amore, Sesso, rinchiusi in una stanza. Grumo di sofferenza, gioia e rabbia per una storia finita.
- The Master: Freddie Quell e Lancaster Dodd. Solitudine. Sesso e Psiche. Sirene di sabbia e dinamiche ipnotiche.
- Zoran, il mio nipote scemo: Canti e private. Tasso alcolemico alto, malinconia Nord-Est: “il vino è la salute, l’acqua è il funerale”.
- La grande bellezza: Roma bella e struggente, silente e monumentale. Una fauna (dis)umana, “disdicevole”.
- Gravity: Spazio mistico. Nessun confine. Il pieno vuoto. Paura e desolazione. Una lacrima. Una donna-feto danza.
- Les Misérables: Si dà voce a Victor Hugo. Rievocazione storica, melodramma, feuilleton: i personaggi vibrano e cantano.
- Holy Motors: La quarta parete cade. Un uomo, 11 personaggi. Codici cinematografici. Pura passione, immagini in movimento.
La top ten 2013 di Martina Farci
- Les Misérables
- Rush
- Philomena
- Gravity
- Il grande Gatsby
- The Master
- Il lato positivo
- Stoker
- Zero Dark Thirty
- Che strano chiamarsi Federico
Nonostante il 2013 non sia stato così roseo secondo molti punti di vista, il buon cinema almeno non ci ha abbandonati! Ci siamo emozionati parecchio con Les Misérables, musical epocale di sogni infranti e forti ideali storici, abbiamo esultato per il duello storico di James Hunt e Niki Lauda in Rush, e ci siamo imbattuti nel coraggio e nella tenacia di Philomena. Con Gravity ci siamo ritrovati in una fantascienza mai così umana, e con Il Grande Gatsby sono tornati in auge gli struggenti anni del jazz e del sogno americano – sempre secondo la visione di Luhrmann. Ma è con The Master di Paul Thomas Anderson che veniamo catapultati in uno sguardo profondo e toccante del post-guerra, entrando nella psiche-umana, cosa vista, seppur in maniera diversa, anche nella storia d’amore agrodolce de Il lato Positivo e nel thriller Stoker. Storia recente, invece, con la cattura di Bin Laden in Zero Dark Thirty, e storia commemorativa con il documentario di Ettore Scola, Che Strano chiamarsi Federico! Un omaggio alla poetica di Fellini, con la speranza che sia di buon auspicio per il 2014!
La top ten 2013 di Mattia Filigoi
- Gravity
- La fine del mondo
- Spring Breakers
- Facciamola finita!
- Sugar Man
- Django Unchained
- Mood Indigo – La schiuma dei giorni
- Le streghe di Salem
- Looper – In fuga dal passato
- Prisoners
La top ten 2013 di Andrea Moschioni Fioretti
- La vita di Adele: più vero del vero, Kechiche ci fa conoscere Adele e noi viviamo insieme a lei. L’unico cinema possibile in questi anni confusi ed egoisti. CAPOLAVORO
- Gravity: impossibile superare Kubrick, ma uno spettacolo visivo così non può che farci riappacificare con il Cinema. Peccato per la sceneggiatura… FUTURISTICO
- La grande bellezza: impossibile superare Fellini, ma il racconto contemporaneo più reale sulla decadenza di Roma e dei “romani”. Sorrentino in gran spolvero grazie anche a Toni Servillo. AMARCORD
- La migliore offerta: Peppuccio sa ancora raccontare l’Amore, anche quello per il Cinema. Qualche sbavatura in fase di sceneggiatura ma una pellicola che sorprende. INNAMORATO
- Blue Jasmine: Allen scardina e annienta il suo cinema del passato con la metafora della vita distrutta di una donna “ingenua” e sconfitta. Cupo e realista, con una Blanchett da brividi. NECESSARIO
- The Master: un film imperfetto, teorico e “di attori”. Capolavoro mancato, ma che come pochi negli ultimi anni ha scaturito un dibattito critico importante. INCOMPIUTO
- La mafia uccide solo d’estate: una rivelazione, una commedia vista e raccontata con gli occhi di un bambino. Si ride, si piange e si racconta la nostra povera patria. FOLGORANTE
- Zero Dark Thirty: l’America fa i conti con la sua storia recente, elabora il lutto, cerca di “far vedere come sono andati i fatti”. Un film duro e costruito alla perfezione. VERITIERO?
- Questi sono i 40: la commedia intelligente americana che sa farci riflettere, lontana anni luce dallo stile ammiccante alla Sundance. Apatow ormai un Autore a tutti gli effetti. SALUTARE
- Django Unchained: banale dirlo ma l’ennesimo cult di Tarantino, attori e sceneggiatura da manuale. La vendetta che cerca di riscrivere la storia come in Bastardi senza gloria. CULT
La top ten di Michele Galardini
- Holy motors – Cinema puro
- Sacro Gra – Cinema sporco
- La vita di Adèle – Cinema affamato
- Zero dark thirty – Cinema zero
- Django Unchained – CI-ne-MA
- Re della terra selvaggia– Cinema autosufficiente
- Il lato positivo – Cinema classico
- No, i giorni dell’arcobaleno – Cinema di lotta
- Sugar Man – Cinema del ritorno
- Bellas mariposas – Cinema invisibile
La top ten 2013 di Luca Giagnorio
- Django Unchained: Tarantino allo stato puro: grande ritmo, gusto per l’inquadratura, citazionismo, sangue, ironia, dialoghi scoppiettanti e il solito clamoroso talento per le scelte di cast, con un DiCaprio finalmente luciferino che dà il meglio di sé.
- No- I giorni dell’arcobaleno: Accuratissimo e originale sul piano visivo e narrativo, potente su quello ideale.
- Miss Violence: In evidente debito con Haneke: glaciale, crudele, senza speranza. Il film più essenziale e inquietante dell’anno.
- The Master: Ingiustamente sottovalutato, riesce a essere, nella sua imperfezione, un affresco potente e cupo di una psiche disturbata, e dei rapporti di forza- dominio e sottomissione- che governano la mente umana. Ci regala con Joaquin Phoenix la miglior performance attoriale dell’anno.
- Holy Motors: Lo si odia e lo si ama a un tempo. Pura potenza immaginifica e follia cinematografica. Sconvolgente e unico, nel bene e nel male.
- Sugar Man: Una vera e incredibile “storia da film”, una costruzione del racconto da giallo, ed ecco il miglior documentario dell’anno. Emozionante quanto le canzoni del suo protagonista.
- Spring Breakers: Durante la visione sembra di assistere a un qualunque programma di Mtv… però sotto acido. Eccessivo, ridondante, pop, ma anche molto più profondo di quanto non appaia in superficie. E lo sguardo di Korine sa essere disincantato, originale e mai spocchiosamente classista.
- Venere in pelliccia: Un palcoscenico. Un uomo e una donna. Gioco d’attori, di seduzione, di perversione. Vero e falso, recitazione e realtà, dominio e sottomissione. Intrigante e un po’ fine a se stesso. Esercizio di stile, sì, ma che stile!
- Miele: Esordio sorprendente per chiarezza d’intenti ed esecuzione, nonostante la tematica (eutanasia) spinosa.
- [ ] Ultima posizione volutamente vuota, perché se è vero che di titoli interessanti nell’annata se ne possono trovare altri (es. Tom à la ferme, Gravity), per quanto non pienamente convincenti, è maggiore la delusione per le rumorose défaillance di autori quali Malick, Refn, Sorrentino, che hanno reso più difficile stilare questa Top Ten. Lo spazio bianco è a causa loro dunque, in memoria delle intense e inaspettate delusioni cinematografiche.
La top ten 2013 di Lapo Gresleri
- Muffa: La resistenza di un popolo, la speranza di un nuovo cinema
- La grande bellezza: Basso (neo-)impero capitolino
- Venere in pelliccia: “Dio lo punì e lo diede in mano a una donna”: Polanski all’ennesima potenza
- La vita di Adele
- Lo sconosciuto del lago di Alain Guiraudie. Il piacere dello scandalo, lo scandalo del piacere
- Enzo Avitabile Music Life: Culture musicali
- Nella casa : Le vite degli altri
- No – I giorni dell’arcobaleno: Armi di contestazione di massa
- Molière in bicicletta: La commedia di una vita
- Re della terra selvagga: Questioni sociali, infanzia e morte in un esordio sorprendente tra onirico e realismo
La top ten 2013 di Francesco Grieco
- Zero Dark Thirty
- Spring Breakers
- The Master
- The Act of Killing
- Captive
- La scelta di Barbara
- Gloria
- La quinta stagione
- Anime nella nebbia
- Miss Violence
Ottima annata per il cinema statunitense, che occupa i primi tre posti della mia top ten, con tre film di innegabile potenza e di forte impatto visivo. Grande anno anche per il documentario: tra tutti spicca lo scioccante The Act of Killing. A rappresentare il cinema asiatico Brillante Mendoza, con Captive, al quinto posto. Hanno già un po’ di lungometraggi alle spalle anche il Petzold de La scelta di Barbara, con il suo apprezzabile rigore naturalistico, e uno degli esponenti di punta del vivacissimo cinema cileno contemporaneo, il Lelio del cassavetesiano (sin dal titolo) Gloria. Pittoricismo e allegoria contraddistinguono La quinta stagione, magistrali pianisequenza arricchiscono Anime nella nebbia. Il decimo posto del crudele Miss Violence premia il sorprendente cinema greco degli ultimi anni. Scelgo di citare, invece, volutamente, fuori classifica, oltre a Les Misérables, questi film, diretti da registi già noti e affermati in Italia: Before Midnight, Effetti collaterali, Flight, Lincoln, Il passato, To the Wonder, Holy Motors. E tra i film non ancora usciti nelle sale italiane: Consuming Spirits, Die Andere Heimat, Stray Dogs, Under the Skin, The Wind Rises, American Hustle.
La top ten 2013 di Marco Longo
- No – I giorni dell’arcobaleno: Una full immersion in 4:3 nella Storia, senza distinzione tra finzione e repertorio: la fine della dittatura militare cilena, l’inizio del mondo della pubblicità.
- Holy Motors: Un incondizionato e mai nostalgico atto d’amore al Cinema e alla possibilità di resistere al rischio della sua estinzione.
- The Master: Due interpreti stupefacenti a servizio di un immaginario ipnotico e spiazzante, capace di sondare i lati più oscuri della psiche umana.
- Gloria: La migliore performance femminile dell’anno nel ritratto disincantato e intensamente politico di una solitudine.
- Venere in pelliccia: Una straordinaria lezione di regia, un film sull’ambivalenza della finzione, un racconto autobiografico che sintetizza oltre cinquant’anni di carriera.
- Su re: Tra Pasolini e Dreyer, una risposta laica e scarnificata al mistero del cinema, direttamente dalla Sardegna, periferia dell’Impero.
- La vita di Adele: La vita come un’incontenibile realtà amplificata, la fedeltà all’Amore che ci trasforma, ci tortura, ci dona il privilegio della malinconia.
- La scelta di Barbara: Una messinscena essenziale e attenta riversa, nel dramma di una scelta personale e storica, lo spirito del grande cinema tedesco.
- Sacro GRA: Non un tentativo di mappatura, ma la scoperta di una galassia del silenzio e della solitudine, con storie commoventi ad abitarla.
- Before Midnight: Quando il dolore dell’amore è guarito dall’originalità della relazione, dalla possibilità di declinarsi nel tempo.
La top ten 2013 di Sara Martin
- La grande bellezza
- Questi sono i 40
- La vita di Adele
- Come un tuono
- Gravity
- Confessions
- Dietro i candelabri
- Miele
- Prisoners
- Venere in pelliccia
La top ten 2013 di Margherita Merlo
- Miss Violence: meraviglia, innocente e spietata.
- Holy Motors: Uno, Nessuno, Centomila.
- Il lato positivo: io l’ho sempre detto che ballare fa bene al cuore…
- Prisoners : ossessioni e martelli conficcati nelle pareti di casa.
- Wolf Children: l’amore di una madre nei confronti dei propri figli si spinge fino ai limiti del possibile, e va oltre.
- Django Unchained: uscire dalla sala con la voglia di rientrarci per rivederlo, subito!
- Questione di tempo: una commedia semplice, dannatamente romantica e soprattutto per nulla superficiale.
- Le streghe di Salem: musica, citazioni, perenne angoscia.
- Spring Breakers: una alla volta le teste cadranno, lentamente, inesorabilmente.
- Blue Jasmine: Cate Blanchett Show, e il sentore di una lieve rinascita.
La top ten 2013 di Teresa Nannucci
- Spring Breakers: Bello, figo e costruito benissimo.
- Re della terra selvaggia: Un Oscar mancato.
- La vita di Adèle: Lungo, forse troppo, ma sa raccontare una bella storia.
- Cloud Atlas: A chi non piace sedersi ad ascoltare le storie del nonno?
- Il lato positivo: Una commedia romantica che riesce a non perdersi nella valanga della produzione hollywoodiana.
- Frankenweenie: In tanti lo abbiamo voluto e finalmente lo abbiamo visto.
- La mafia uccide solo d’estate: Una lunga puntata de Il testimone che vale il prezzo del biglietto.
- Rush: Bella la resa delle gare, della velocità e dei suoni che le accompagnano.
- La bottega dei suicidi: Animazione controversa, interessante per tema e tecniche.
- Il ministro – L’esercizio dello Stato: Particolare riflessione sulla politica europea, con uno sguardo ad essa tangente.
TOP 3…SERIE TV: 1. Breaking Bad 2.The Crazy Ones 3. American Horror Story: Asylum. FLOP: 1. E se vivessimo tutti insieme? 2. Drift 3. Hitchcock
PER NON SENTIRSI ESCLUSI DAI CINEFORUM: 1. The Master 2. La grande bellezza 3. La migliore offerta
La top ten 2013 di Massimo Padoin
- Spring Breakers
- The Master
- Holy Motors
- Zero Dark Thirty
- Il passato
- Django Unchained parimerito La fine del Mondo
- No – I giorni dell’arcobaleno
- La Vita di Adele
- L’evocazione
- Le streghe di Salem / Solo Dio Perdona
Visti altrove: Under the Skin di Jonathan Glazer, Tom à la ferme di Xavier Dolan, Inside Llewyn Davis di Joel e Ethan Coen
La top ten 2013 di Daniel Paone
- Questi sono i 40
- Django Unchained
- The Lone Ranger
- Before Midnight
- Les Misérables
- Zero Dark Thirty
- Nella casa
- Blue valentine/Come un tuono
- Il grande e potente Oz
La grande bellezza il migliore tra gli italiani. Inediti da vedere: Crystal Fairy, Upstream Color, Mud, The Broken Circle Breakdown, Gimme the Loot, The Kings of Summer. Breaking Bad è la serie tv dell’anno, bene anche Rectify, Il trono di spade, Homeland, Les Revenants. Leviathan il miglior documentario.
La top ten 2013 di Edoardo Peretti
- 1. Zero Dark Thirty: cronaca di un’ossessione.
- 2. Spring Breakers: il paradiso è l’inferno.
- 3. Questi sono i 40: la miglior commedia (amara) americana di inizio secolo.
- 4. La vita di Adele: storia d’amore rivoluzionaria nel racconto e nello stile.
- 5. Flight: potente e contradditorio trattato sull’uomo americano post 11 settembre.
- 6. Il passato: tensione e rigore, drammaturgico e morale.
- 7. Lincoln: mitologia, ma non agiografia, con un’asciuttezza rara per l’autore.
- 8. La grande bellezza: con i suoi eccessi e le sue ingenuità, è spesso pura e toccante meraviglia.
- 9. Gravity: il fascino originario e primitivo del cinema.
- 10. Venere in pelliccia: sarcastico al limite della ferocia.
Fuori di poco, e a malincuore, il Tarantino sempre grandissimo, ma con le prime ombre di manierismo, di Djiango Unchained, tre opere che fanno della convenzionalità dichiarata, ma non banale, la loro forza: Noi siamo infinito di Chobsky, L’evocazione di Wan e Il lato positivo di Russell; Il Soderbergh di Dietro i candelabri e L’Allen più cupo di sempre di Blue Jasmine, Come un tuono di Cianfrance, potente come pochi ma indebolito da una sceneggiatura non sempre all’altezza e No – I giorni dell’arcobaleno di Larrain. Il commovente Wolf children di Hosoda è una delle visioni più preziose dell’anno. Impressioni dai festival: da Locarno, The Dirties di Matt Johnson, folgorante e divertentissimo, e il politicamente scorretto surreale Wrong Cops di Quentin Dupieux, ma anche il tenero pseudo-documentario The special need di Carlo Zoratti. Da Torino Inside Lewnij Davis dei Coen, Frances Ha di Baumbach e LFO dello svedese Tùblen. Dal Sottodiciotto, il documentario sulla preistoria dell’adolescenza Teenage, di Wolf. Tra le rimpatriate con grandi classici sul grande schermo, trionfa Lubitsch con Vogliamo vivere ed emoziona Miyazaki con Kiki – Consegne a domicilio.
La top ten 2013 di Carmen Spanò
- Holy Motors
- Les Miserables
- Django Unchained
- Il grande Gatsby
- The Grandmaster
- La vita di Adele
- Miss Violence
- Il caso Kerenes
- La grande bellezza
- To the Wonder
La top ten 2013 di Alex Tribelli
- Lo Hobbit – La desolazione di Smaug
- Django Unchained
- Sacro GRA
- Lincoln
- Zero Dark Thirty
- La vita di Adele
- Hitchcock
- Stoker
- The Master
- L’evocazione
La top ten 2013 di Giulia Zen
- La vita di Adele: Tre ore di empatica opera d’arte, unicamente grazie a lei: Adèle.
- Il lato positivo: Rilegato a “strafigo”, lo schizzato Bradley Cooper frega tutti.
- Spring Breakers: “Everyone was just trying to find themselves. It was way more than just having a good time” (Faith)
- Miele: Un inaspettato gioiello dalla Golino che bypassa tematiche religiose e politiche per arrivare umilmente al cuore.
- La grande bellezza: Il Time mette a tacere la tarantella mediatica posizionandolo al secondo posto. Gli italiani sempre gli ultimi ad apprezzare i loro home-made.
- La prima neve: Segre si rivela l’eccezione che conferma la regola con un’ottima seconda prova.
- Django Unchained: Waltz il solito incantatore, Di Caprio il solito pazzo bastardo fuori di testa. Tutto il resto è sangue.
- Monster University: Dodici anni di nostalgica attesa ampiamente soddisfatti.
- L’evocazione: Con il primo Saw, James Wan aveva mostrato che ci sa proprio fare. And the next one is?
- Viva la libertà: Ancora (due) Servillo in classifica con una notevole opera passata tristemente in sordina.
FILM VISTI AI FESTIVAL: Tracks: Assolutamente al mio primo posto in una classifica che comprenda anche le opere viste ai Festival. Mia Wasikowska ci fa ridere, piangere e soprattutto sognare.
Siddhart: Richie Mehta tocca corde che ogni tanto dimentichiamo di avere. La Reconstrucción: Un compendio di emozioni che finalmente trovano il loro denominatore comune.
La top ten 2013 di Filippo Zoratti
1. Sugar Man: Banalità: il cuore ha delle ragioni che la ragione non può comprendere.
2. Miss Violence: Conferma definitiva o Canto del cigno dell’irreprensibile Rinascimento greco?
3. Gravity: La Vita, l’Universo e Tutto Quanto; una delle esperienze immersive più potenti e mozzafiato degli ultimi anni. Cestinato Avatar.
4. Il lato positivo: Botta di fiducia, trionfo delle seconde possibilità, film furbo (embé?) ed endorfine a mille.
5. La vita di Adele: Ostinatamente sul crinale, tra limpida vita in itinere (Cous Cous) e bieca pornografia (Venere nera): da piangere.
6. Cloud Atlas: Guilty Pleasure dell’anno, film monstre dell’eterna ricorrenza in cui vedere il Tutto nel Niente. O forse il contrario (per i suoi detrattori).
7. Frankenweenie: Ah nostalgia, nostalgia canaglia. Nostalgia per il corto originale visto da bimbo e per l’amarcord di un autore che non esiste più.
8. The Act of Killing: Il documentario che scopre se stesso, fino alla nausea. Da rivedere, ma chi ne ha la forza?
9. Questi sono i 40: Odio Apatow. Certo, come no. Poi guardo This is 40 e mi cospargo il capo di cenere.
10. La grande bellezza: L’adolescenza che non torna più, il sapore e l’ebbrezza del primo assaggio. Il resto (Roma, la civiltà, l’umanità) va in rovina, ma almeno ci rimane la memoria, agrodolce e dolente.
Esclusi a malincuore:
Still Life di Uberto Pasolini, Effetti collaterali di Steven Soderbergh, La moglie del poliziotto di Philip Groning, Prisoners di Denis Villeneuve, Il passato di Asghar Farhadi. Inediti: The Armstrong Lie di Alex Gibney, Northern Light di Nick Bentgen, Lfo di Antonio Tublen, Il treno va a Mosca di Federico Ferrone e Michele Manzolini, A Story of Yonosuke di Shuichi Okita
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