Vivi forte
Il lupo mannaro è una creatura della notte, incontrollata bestia che dimentica la sua natura di uomo durante il plenilunio, condannato a una vita di solitudine e sofferenze. La presa di coscienza di tale situazione può diventare un fardello insopportabile: la provocazione del regista Mamoru Hosoda sta nel caricare tale peso sulle spalle di due bambini e della loro giovane madre.
Il giorno in cui Hana decide di costruire una famiglia insieme a quel giovane uomo conosciuto un giorno all’università è perfettamente cosciente dalla natura del ragazzo, ultimo discendente del lupo giapponese. Nasce Yuki, poi Ame; la felicità arriva per andarsene in un giorno di pioggia, quando lo stesso padre muore. L’unica cosa che conta per la piccola mamma è crescere le sue creature, nella costante indecisione tra forzarli a spogliarsi del loro istinto animalesco oppure abbracciarlo senza più inibizioni. Tale responsabilità non lascia il tempo per piangersi addosso: nasce così un personaggio forte, lontano anni luce dal suscitare melenso pietismo, un genitore ancora bambino, che non disdegna una corsa sulla neve fresca, che prende la vita di petto senza mai abbattersi, con l’entusiasmo non ancora scoraggiato dal freddo cinismo. I fratellini sono tratteggiati ognuno col proprio carattere, solare ed entusiasta Yuki, frizzante come la neve marzolina, introverso e riflessivo Ame, impenetrabile come un cupo temporale: crescono innocenti e spontanei per poi affrontare scelte coraggiose e definitive. Wolf Children è una storia lunga, che attraversa gli anni e i suoi protagonisti. Si entra nel loro mondo dalla porta secondaria, imparando lentamente a calibrare il passo per poi procedere in sincrono con la loro diversità, con la difficoltà quotidiana di costruire il futuro vivendo un presente normale per quanto speciale. Wolf Children è una storia delicata, tanto quanto la sua animazione, quanto i tratti dei suoi disegni, particolareggiati e imbibiti di sensazioni, come se potessimo sul serio avvertire la fatica del coltivare la terra o il profumo di un campo di fiori. Wolf Children scalda il cuore, racconta l’amore tra due specie, mai così naturale, mai così infinitamente triste. L’amarezza si rispecchia prepotente nella questione fondamentale, la scena finale de Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis insegna: salviamo la parte umana sopita o distruggiamo il male animalesco? In realtà questo film va oltre la leggenda, oltre le credenze: attraverso le parole semplici e gli occhi curiosi di due bambini parla di un’eredità pesante da gestire e accogliere in sé come un dono, non una maledizione. Il dramma si fonde alla vita reale, la leggerezza si mescola alla brutalità, il sapersi controllare al dimenticarsi del mondo intorno, in un’esplosione di emozioni che tutto può tranne lasciare lo spettatore indifferente.
Wolf Children [Ookami kodomo no Ame to Yuki, Giappone 2012] REGIA Mamoru Osoda.
CAST, DOPPIATORI ORIGINALI Aoi Miyazaki, Takao Osawa, Haru Kuroki, Yukito Nishii.
CAST, DOPPIATORI ITALIANI Antonella Baldini, David Chevalier, Emanuela Ionica, Alessio Puccio.
SCENEGGIATURA Mamoru Osoda, Satoko Okudera. ART DIRECTOR Hiroshi Ohno. MUSICHE Takagi Masakatsu.
Animazione, durata 118 minuti.