È arrivato l’uragano Zoran!
Se chiudiamo gli occhi sentiamo il profumo del mosto, percepiamo le voci del coro di paese, se conosci o meno il Friuli poco importa, perché dopo aver visto la prima opera da regista di Matteo Oleotto ti sembrerà di esserci stato.
Bianco e rosso: le anime dell’uva friulana. Nell’osteria di Giustino “il vino è la salute, l’acqua è il funerale”. Alticci, ebbri, alterati, felici e malinconici, questi sono i protagonisti di Zoran, il mio nipote scemo, film – presentato a Venezia e vincitore del Premio del Pubblico della Settimana della Critica e del Premio Schermi di Qualità – di Matteo Oleotto. Fin da Venezia, “vestita a lutto”, trasudante la crisi dell’individuo, della famiglia, della società, il successo di questo film era evidente e la visione una boccata d’aria fresca. Paolo Bressan, un meraviglioso e gigantesco Giuseppe Battiston, non è uno stinco di santo: borioso, acido, con la menzogna radicata in lui come le vigne nel Carso, intrappolato nell’amore ormai naufragato per l’ex moglie. Tra “ombrette” e gulash, passa le sue giornate a provocare, offendere, schernire. Paolo è solo, arrabbiato, ingiusto spesso, ma impariamo a conoscerlo e ad amarlo soprattutto per la sua ironia sadica con alto tasso alcolemico e la sua misantropa cattiveria, divertente e divertita. A rompere l’equilibro un’eredità: il nipote Zoran, naif, colto, bravissimo con le freccette. Paolo vorrebbe andarsene da quel pulsante cuore “etilico” e decide di usare il suo “nuovo” nipote a questo scopo, facendolo partecipare al campionato mondiale di freccette. Al centro un mondo che il regista, nativo di Gorizia, conosce bene e racconta tutto ciò che sa, che ha visto, che ama. I personaggi da osteria, punto nevralgico nella vita di paese, sono “rotondi”, come il buon vino, e delicati, tristi e malinconici come una sbronza, la terra di confine è quell’ambiente di-vino fatto di botti, bicchieri, cadenza dialettale e canzoni – la musica racconta bene spazi e luoghi, dove gli ubriachi protagonisti di questa favola friulana si incontrano/scontrano. Oleotto ama i suoi personaggi, lo si vede, ogni ruolo viene pensato, scritto con cura e attenzione, ed è chiaro che Zoran, il mio nipote scemo per il regista è stato ed è un sogno in cui ha creduto e crede ancora oggi e sempre di più se possibile. La pellicola è un’esperienza “vitivinicola” e cinefila amabile, godibile e, a tratti, addirittura commovente – nessuno basta a se stesso, abbiamo bisogno degli altri, per citare Paolo e Zoran, “Come dite voi giovani uno sballo?”, “Un’epifania”.
Zoran, il mio nipote scemo [id, Italia/Slovenia 2013] REGIA Matteo Oleotto.
CAST Giuseppe Battiston, Teco Celio, Rok Presnikar, Marjuta Slamic, Roberto Citran.
SCENEGGIATURA Matteo Oleotto, Daniela Gambaro, Pier Paolo Piciarelli, Marco Pettenello. FOTOGRAFIA Ferran Paredes Rubio. MUSICHE Antonio Gramentieri.
Commedia, durata 103 minuti.