Cinema e scrittura
Più breve – causa finanziamenti ridotti – ma non meno interessante del solito, la XXXII edizione del Premio Amidei ha visto quest’anno vincitori Valeria Golino, Francesca Marciano e Valia Santella, ospiti a sorpresa nel corso dell’ultima giornata, per il film Miele (regia della stessa Golino).
Queste le motivazioni della giuria (composta da Ettore Scola, Franco Giraldi, Marco Risi, Giuseppe Piccioni, Francesco Bruni, Massimo Gaudioso, Giovanna Ralli e Silvia D’Amico): “Miele affronta con coraggio e senza fronzoli temi delicati e controversi, costruisce un contesto credibile e drammatico alle azioni dei protagonisti, riesce a confrontarsi con il miglior cinema internazionale per intensità di scrittura e precisione psicologica, crea personaggi di grande spessore, al tempo stesso fragili e determinati, giungendo così al risultato artistico più importante per una sceneggiatura: la ricerca della verità nelle cose e nelle persone”. Ma oltre al concorso vero e proprio – che vede la partecipazione, fra gli altri, di film come Argo, La città ideale, Il sospetto, Come un tuono – anche altre sezioni si sono dimostrate notevolmente stimolanti. A partire dal “Premio all’opera d’Autore”, assegnata quest’anno a Patrice Leconte, cineasta tanto importante quanto imprendibile per coerenza stilistica e tematica. Presente in un incontro dopo la proiezione del suo L’uomo del treno, il regista ha dialogato con il pubblico (e con Mediacritica) cercando di fare il punto sulla sua sterminata filmografia e sulla situazione attuale del cinema francese e italiano. Sempre in prima linea alla ricerca del cinema italiano più invisibile, la sezione “Spazio Off “ è stata quest’anno all’insegna del cinema di Tonino De Bernardi. Aperto, cordiale e molto disponibile a dialogare con gli spettatori, De Bernardi si dimostra autore oltremodo interessante, indipendente, sperimentalissimo ma allo stesso tempo trasparente. Un cinema del Passato presente (per menzionare uno dei suoi titoli più importanti), autobiografico, in costante relazione con la vita e il tempo. Il 2013 è anche l’anno che vede la nascita, all’Amidei, di un nuovo riconoscimento: il “Premio alla cultura cinematografica”, assegnato a Vieri Razzini. Critico cinematografico e distributore per la Teodora Film (la casa che ha riportato nelle sale Vogliamo vivere di Lubitsch), lo si ricorda quale responsabile della programmazione, su Raitre, di retrospettive dedicate ai cineasti fondamentali (ne ricordiamo una dedicata a Max Ophuls particolarmente burrascosa a causa della difficoltà di reperire i diritti dei film). Non manca, per il decennale della scomparsa, l’“Omaggio ad Alberto Sordi”, con la proiezione (assieme ai celebri L’arte di arrangiarsi e Detenuto in attesa di giudizio) del recente Alberto il grande, un documentario biografico realizzato da Carlo Verdone e dal fratello Luca che, in veste di ospite al festival, ci ha raccontato del film, dell’uomo e del personaggio Sordi. Infine, ultimi ma non meno importanti, gli “Eventi speciali” hanno riguardato una serie di proiezioni in collaborazione con il Cineclub Gorizia (Et in terra pax e Alì ha gli occhi azzurri), con il Dams dell’Università di Udine (i cortometraggi degli studenti), con La Camera Ottica/CREA/Home Movies (Anita, Tutto parla di te e i corti di Karpo Godina) per tacere di uno spazio dedicato ai bambini, l'”Amidei Kids” e il suo Ernest & Celestine. Un’edizione breve, concentrata, ma non esente dalla consueta vitalità.