DVD – ITALIA 2011
Il mito contraddittorio ed esaltante dell’Italia
“Il mito contradditorio ed esaltante della nascita d’Italia”: così viene presentato il documentario di Gianfranco Pannone dedicato al risorgimento e alla nostra storia.
“Contraddittorio”, “esaltante”: definizioni calzanti, perfette, per descrivere il senso di questa storia, i suoi momenti e i personaggi esaltanti, le sue glorie, così come le sue contraddizioni, gli squilibri e le ferite che ancora oggi non sono rimarginate. Il documentario è abilissimo nel riportare entrambe le facce della medaglia: si sente l’orgoglio di fare parte di questa storia, ma non è un’opera agiografica e retorica. I problemi e i momenti che hanno fatto dell’Italia un paese imperfetto ci sono tutti: e infatti il film inizia con le parole de “All’Italia” di Leopardi recitate mentre scorrono le immagini di fabriche che inquinano, imbottigliamenti stradali, caos e di monumenti rovinati dalla bruttezza che li circonda.
È da citare la stratificazione e la varietà delle fonti usate, che rende affascinante la visione e regala numerosi spunti di approfondimento: innanzitutto i cinegiornali dell’Istituto Luce, un po’retorici, ma fonte importantissima per ripercorrere la nostra storia sotto tutti gli aspetti. Ci sono anche spezzoni di un vecchio cartone di Bruno Bozzetto che racconta del risorgimento, in cui, per esempio, vediamo Cavour che tesse, come una massaia, una tela e immediatamente crescono sulla testa di uomini qualunque, piume da bersagliere.
Un ruolo importante è ricoperto dalla musica: le arie tratte dai melodrammi Verdi, Rossini e Donizzetti si alternano a canti popolari del’800 provenienti da quasi tutte le regioni italiane, raccolti dal musicista Ambrogio Sparagna: questo per sottolineare la varietà di culture e patrimoni che formano il nostro stivale, e per spingere, come dice Sparagna, a riscoprire “le diverse, ma sincretiche, radici popolari della nostra nazione”.
Tutto questo è accompagnato, e rafforzato, dalle parole dei protagonisti del risorgimento e da intellettuali del ‘900: leggiamo, per esempio, la lettera che i fratelli Bandiera scrivono a Mazzini prima di partire per la Calabria; oppure, mentre scorrono le immagini di trincee, leggiamo Vittorio Foa, parlando del cugino morto nella grande guerra, sostenere che per lui “la guerra è stata un’oppressione terribile dalla quale il patriottismo era uno sbocco inevitabile”.
Ricchezza e stratificazione d’immagini, fonti, raccontano, con toni che vanno dal compiaciuto orgoglio, all’ironia, fino all’amarezza, l’altrettanto variegata e complessa storia di quelli che sono stati 150 anni di uno strano e problematico, ma in fondo grande, paese.