La potenza di un orrorifico bildungsroman
Tutto ha una fine, e sta per arrivare anche per la quarta stagione della serie Netflix Stranger Things, creata dai Fratelli Duffer. I ragazzini che il pubblico ha imparato a conoscere con la prima detonante stagione, diventata cult, sono cresciuti e con essi anche la serie stessa. Questa quarta stagione, disponibile in streaming dal 27 maggio 2022, racconta un nuovo mistero, nuovi cruenti omicidi che iniziano a verificarsi in una fittizia cittadina oscura e terrorizzante nello stato dell’Indiana, rappresentazione di quelle periferie lontane dal tipico sogno americano.
Con i sette episodi di questa prima parte (la seconda sulla piattaforma da venerdì 1 luglio), con un minutaggio spaventoso – 75 minuti ciascuno e 98 il settimo – i Duffer mettono in piedi un racconto ricco, ambizioso, a tratti rischioso.
Un ritorno a casa, perché il bacino a cui attingono è sempre lo stesso; un viaggio in un territorio forse inesplorato. Nelle prime stagioni, la serie, una sorta di traduzione, riflessione e rimaneggiamento degli anni ’80 e del cinema di quegli anni, percorre varie strade non mostrando il suo volto più vero, in questa quarta invece sa perfettamente dove andare, cosa e chi essere. È un horror disturbante e perturbante, un drama che racconta quanto sia difficile e terrorizzante diventare grande: il bullismo (l’atteggiamento dei compagni nei confronti di Undi, una Carrie moderna, e anche da parte di suo “padre” sono faticosi da sopportare); la paura di essere diversi (tutto il gruppo è considerato perdente); la solitudine alle volte devastante che porta a (dis)perdersi (intensissima e coraggiosa la storia di Max) sono alcune delle linee guida intorno a cui si costruisce la stagione. L’horror, la disco music, i sentimenti, l’amore e il mostruoso (dis)umano qui esplodono e implodono ancora di più. In California ci sono Joyce, Will, Jonathan e Undi, in un campo di prigionia è rinchiuso Hopper, ancora vivo, e ad Hawkins ci sono tutti gli altri assieme alla new entry Eddie, capo dell’Hellfire Club.
Ciascun personaggio ha la propria vita da portare avanti ma anche una storia comune che si muove tutta insieme. Sullo sfondo c’è il 1986 rappresentato bene, abiti, stile, Dungeons & Dragons, la forza dell’amore e dell’amicizia, il coraggio di chi esce dai binari. È questo il magma narrativo che modella un mondo, costruisce personaggi e li fa crescere ma non senza strappi. Figure decisive, forti anche nella loro fragilità, sono quelle femminili, imprigionate in un mondo che le bullizza, vittime di un dolore troppo acuto per continuare a vivere, schiacciate dal peso del passato e di un’immagine da rispettare. Stranger Things, con questa stagione, forse la migliore, getta con epicità le basi per concludere questo bildungsroman, il viaggio dei suoi eroi e delle sue eroine, ciascuno con i propri mostri da combattere, che il pubblico ha imparato ad amare.