Un sapore vintage
Si è conclusa il 3 marzo la seconda stagione italiana di Lol che, dopo l’exploit di ascolti dello scorso anno e qualche polemica (ricorderete quelle partite dalla penna di Aldo Grasso), è stata più omogenea sia per partecipanti che per struttura.
Quest’anno il cast ha seguito i gusti dei giovani e quelli di noi quarantenni che nel vedere Maccio Capatonda, Corrado Guzzanti, il Mago Forest e Virginia Raffaele si è sentito un po’ più a casa. La formula è la medesima: sei episodi da circa trenta minuti l’uno in cui un gruppo di comici viene rinchiuso in una stanza libero di fare quello che vuole. Unica regola chi ride o sorride esce dal gioco, rimane un solo vincitore dopo un duello finale.
Nonostante il tutto sia stato calibrato ancora una volta bene, l’effetto novità, visto anche il grande successo della prima edizione, si chiaramente è un po’ perso. Gli interventi dei “presentatori” Fedez e Frank Matano si sono limitati a pochi scherzi e al dover di volta in volta indicare chi era stato ammonito o espulso. Lillo, con le sue entrate per mettere in difficoltà gli altri, ha riproposto i suoi personaggi di successo, come ad esempio Posaman e o il coreografo anni ’80. Il montaggio e la regia sono stati perfetti nel mantenere il ritmo, unica pecca la mancanza di un vero occhio vigile che riprendesse in pianosequenza le performance, con il risultato che il reality oltre a essere scritto e montato, lascia il sospetto che abbia parti rigirate e aggiustate.
In questo articolo avevamo indicato che la prima edizione era un aggiornamento sulla comicità e i “nuovi” luoghi in cui essa viene fatta, social su tutti. Anche per questo, forse, alcuni critici avevano trovato delle difficoltà di visione. Lol 2 conferma la tendenza scegliendo nel cast influencer e star del web come Tess Masazza e Max Angioni che tuttavia non reggono il confronto con i veterani. La comicità di questi ultimi, infatti, è sì di matrice televisiva, ma che sa del legno del palcoscenico e della vera gavetta, dove ancora i tormentoni avevano bisogno di una visione e non venivano veicolati da meme o video virali sul web. Lol 2 è un prodotto più vintage e nostalgico rispetto al suo predecessore, e ha il pregio di riportare in auge quella comicità che i programmi della tv generalista di oggi faticano a riproporre. Guzzanti rispolvera i tanti personaggi cult come Vulvia, Venditti e Quelo; Forest gioca con il surreale e la manipolazione della lingua; Maccio si serve della sua capacità di modulare la voce e di studiare le situazioni che gli si presentano per renderle ancora più assurde; la Raffaele sforna le sue imitazioni sempre perfette e gioca con gli amici che ha difronte senza mai diventare ruffiana.
Insomma, c’è un chiaro messaggio: torniamo a una comicità più “ilare” e che racconta la vita di tutti i giorni anche attraverso le maschere, intese come persone non come tradizione, di cui il nostro Paese è ricco. E non cerchiamo di emulare le performance oltreoceano, siamo già bravi così.