Lettere incendiarie
Se la situazione per le persone LGBTQ+ nel mondo occidentale è tuttora piuttosto difficile, non è sorprendente pensare quanto fosse tremenda nel passato, e quanto i diritti (insufficienti) di cui godiamo oggi siano merito della lotta e del desiderio di libertà di chi è venut* prima di noi.
Quest’anno il BFI Flare, il festival a tematica LGBTQ+ del British Film Institute, ha dedicato uno spazio particolare ai film (sia documentari che feature) dedicati a chi ha vissuto nell’oscurità, e ora merita di vedere la luce. È questo il caso dello straordinario gruppo di drag queen e persone trans al centro di P.S. Burn This Letter Please. La premessa del documentario è fornita dallo straordinario ritrovamento di un’enorme quantità di lettere scritte ad un amico comune da persone che frequentavano la comunità underground delle female impersonators di New York negli iper-omofobici anni ’50.
I registi Michael Seligman e Jennifer Tiexiera seguono le vite di queste persone, che si svolgevano ai margini della società, attraverso le testimonianze degli autori e autrici stess* delle lettere, ormai ultraottuagenar* ma con la stessa energia di settant’anni fa. Ad accompagnare i loro aneddoti c’è una valanga di materiale d’epoca, in parte di repertorio, ma soprattutto fornito dagli stessi soggetti del documentario. Le lettere, conservate gelosamente per mezzo secolo e riscoperte per caso – invece che essere bruciate, visto il loro contributo spinoso sia a livello politico che a livello di gossip – forniscono già una premessa invitante, ma il loro contenuto supera ogni possibile aspettativa: si va dalla violenza della polizia, alle serate di gala per drag queen, a un furto milionario di parrucche.
L* protagonist* sono dei personaggi irresistibili, e la loro testimonianza tanto divertente quanto preziosa: è una finestra su un momento della storia LGBTQ+, la New York pre-Stonewall, in gran parte impossibile da ricostruire. C’è moltissimo di divertente e, come inevitabile nelle narrazioni della storia queer, moltissimo di difficile: le nostre female impersonators escono dagli anni ’50 e passano per le lotte per i diritti civili, gli anni distruttivi dell’epidemia AIDS, e infine, per alcun* di loro, l’incombere della vecchiaia. La mano amorevole dei registi è fondamentale per organizzare questa esplosione di materiale – e l’entusiasmo caotico delle voci narranti – in una narrativa che abbia senso, e che sia celebrativa ma anche educativa, riempiendo i vuoti “storici” senza spezzare il ritmo del racconto. Sono la straordinaria cura e l’editing stringente a legare insieme un documentario che riesce a essere tanto spassoso quanto devastante.
P.S. Burn This Letter Please [Stati Uniti, 2020] REGIA Michael Seligman, Jennifer Tiexiera. SCENEGGIATURA Michael Seligman, Jennifer Tiexiera. FOTOGRAFIA Zachary Shields.
MUSICHE Jonathan Kirkscey.
Documentario, durata 101 minuti.