XIX FilmForum Festival – International Film Studies Conference, 20-29 marzo 2012, Udine/Gorizia
Il senso di Kuleshov per il western
Reduce da un pesante insuccesso commerciale, nel 1926 Lev Kuleshov realizza un “western costruttivista” con un budget irrisorio. Avete letto bene: western costruttivista. Dura Lex – in originale Po Zakonu, titolo internazionale By the Law – è la dimostrazione di come un regista/artista valga molto più dell’opera più importante per cui viene ricordato.
E per la memoria storica il luminare russo altro non è che un teorico del Cinema, pioniere della scuola sovietica del montaggio. Schiacciato tra L’uomo con la macchina da presa vertoviano e il cine-pugno di Ėjzenštejn, al massimo il buon Lev viene menzionato per l’esperimento denominato “Effetto Kuleshov”, straordinaria dimostrazione di come sia l’accostamento delle inquadrature a produrre funzionalità narrativa alle immagini in movimento. Il restauro di Dura Lex proposto al FilmForum di Udine e Gorizia – visto con l’accompagnamento musicale dal vivo del maestro Carlo Moser – è un lavoro ampiamente narrativo, che la letteratura dedicata al film ama definire psicodrammatico e minimalista. Facendo di necessità virtù in effetti Kuleshov opta per un drastico percorso di sottrazione: pochi attori, pochissime location, pochissimi dialoghi. In un’ora e 20 minuti il cineasta imbastisce un episodio al confine tra Storia ed epica, incentrato sull’avida corsa all’oro nel Klondike. La tensione psicologica passa attraverso i primissimi piani dei protagonisti (su tutti l’espressività di Aleksandra Choclova, moglie di Kuleshov), e sull’ambientazione claustrofobica e angosciosa. L’evoluzione della vicenda resta infatti chiusa tra le quattro mura della casetta allagata in cui i cercatori elaborano il dramma in atto: l’omicidio di due sodali per mano di un compagno irlandese traditore e la prigionia di quest’ultimo, fino all’improvvisato processo e all’impiccagione. La serrata sceneggiatura, pur eliminando la consueta contrapposizione buoni/cattivi o eroe/villain, disegna un laconico e tagliente racconto sulla morale borghese. Il fragile microcosmo sociale che si viene a creare tra i personaggi crolla di fronte all’incoerenza con cui i superstiti parlano di Legge e Giustizia, altari fondativi che cozzano inevitabilmente con la storia stessa del West. Ed è in virtù della sua forzata stilizzazione visiva che Dura Lex risulta ancor più efficace, nell’ingegnosa costruzione delle situazioni, nella brillante e nitida esposizione stilistica e nel suo finale inaspettato e orrorifico. Ma forse per lo spettatore contemporaneo la vera sorpresa è un’altra: che il vero capo d’opera di Lev Kuleshov sia un western.
Dura Lex – By the Law [Po Zakonu, Unione Sovietica 1926] REGIA Lev Vladimirovic Kuleshov.
CAST Aleksandra Choclova, Sergey Komarov, Vladimir Fogel, Pyotr Galadzhev.
SCENEGGIATURA Lev Vladimirovic Kuleshov, Viktor Shklovsky (tratta dal racconto L’imprevisto di Jack London).
FOTOGRAFIA Konstantin Kuznetsov. MONTAGGIO Lev Vladimirovic Kuleshov.
Drammatico/Western, durata 80 minuti.