filmforum, Udine-Gorizia 20-29 marzo 2012
Dove sono?
Ci troviamo sulle Alpi austriache dove una troupe di Bollywood è intenta a girare un film. Il disagio che scaturisce dal netto contrasto tra esotismo e austerità, in questo bizzarro incipit, si fa subito palpabile; un senso di spaesamento che ci accompagnerà durante l’intera proiezione di Alpi di Armin Linke.
Il prodotto in questione, frutto di un lavoro di ricerca interdisciplinare in collaborazione con il geografo Piero Zanini e il curatore del suono Renato Rinaldi, ha avuto una lunga gestazione, 7 anni, e ha attraversato diversi modi di fruizione relativi ad alcune videoinstallazioni, fino ad arrivare all’attuale forma finale.
La struttura di Alpi pare proprio speculare alle diverse forme di esperienza audiovisiva con cui il progetto ha voluto confrontarsi: un racconto che passa da un episodio all’altro senza apparente soluzione di continuità. Di riflesso, le Alpi che vediamo paiono impalpabili, destrutturate, perse in una molteplicità culturale e linguistica tipica delle zone di confine (tra Francia, Italia, Svizzera e Austria) terreno di contraddizioni, di lotte (pensiamo alle proteste dei No-Tav in Val di Susa) e oggetto di desiderio inarrivabile, se non attraverso una vuota reinterpretazione in parchi divertimento (a Dubai) e altri non-luoghi.
È proprio il disagio che proviamo nei confronti di un prodotto difficilmente collocabile a determinarne il fascino. Un disagio dovuto a mancate risposte, sia rispetto all’oggetto del discorso, sia rispetto ad una disorganicità strutturale dovuta alla pluralità di esperienze intraprese dall’intera operazione.Traspare una più generale riflessione sull’oggetto cinema; un oggetto che si fa via via indefinibile, costantemente imprendibile, dai confini frastagliati almeno quanto quelli delle Alpi.
Qualcosa, tuttavia, emerge: l’anziano custode di un rifugio vive da solo per gran parte dell’anno e ci fa capire quanto dura sia la vita in alta quota. Non è molto ma, in questa brevissima sequenza, forse riusciamo a individuare qualcosa di vero, tangibile, non artefatto. Come con il cinema: non sappiamo dov’è, ma c’è.