Il vedeo musicale Closer, singolo d’esordio scritto e interpretato dalla giovane Frida Amundsen, porta la firma del regista scandinavo André Chocronp. Dopo aver fulmineamente conquistato le classifiche norvegesi, si è fatto rapidamente largo all’estero e anche in Italia, dove recentemente è diventato colonna sonora di un noto spot televisivo nazionale.
L’inaspettato successo di un’artista nordica può forse sorprendere – nello scenario musicale del Bel Paese, accanto alla produzione nostrana, sono solitamente le canzoni del panorama nordamericano e britannico a farla da padrone – ma dopo l’ascolto del brano si capiscono le ragioni: le sonorità vagamente folk, che ricordano un po’ lo stile di interpreti come KT Tunstall, alla quale la stessa Frida ammette di ispirarsi, e la vellutata voce dell’appena diciannovenne Amundsen, che alle sue spalle può però vantare dei proficui studi di musica, seducono il pubblico che, senza troppe difficoltà, dopo appena qualche passaggio radiofonico del pezzo, ha già memorizzato il ritornello.
L’altro ingrediente che contribuisce a rafforzare il successo risiede nelle peculiarità del videoclip che, partendo dal testo della canzone, ne sottolinea visivamente il messaggio e dove la stessa Amundsen compare nei panni di un’innamorata che tenta disperatamente di farsi notare da una anima gemella distratta a tal punto da non intuire minimamente i sentimenti della fanciulla.
Chocron, un habitué della regia dei video musicali, decide di forgiare la storia a guisa di un vero e proprio corto cinematografico di senso compiuto: ecco che allora ci presenta la simpatica Frida alle prese con il potenziale futuro fidanzato in diverse situazioni che appartengono alla nostra routine quotidiana, come la preparazione del caffè, fare fotocopie o scattare delle foto – incombenze alle quali, grazie alla straordinaria complicità delle ridotte dimensioni corporee, indirettamente collabora sempre la cantante guarnendo tutto con dei cuoricini – qui però rese ironicamente surreali e che metaforicamente rimandano ai tentativi attuati dagli innamorati non corrisposti per calamitare l’attenzione e l’affetto dell’altro. Un esempio? La sveglia mattutina suona ma la musica che si diffonde nella stanza del ragazzo non proviene dall’altoparlante del dispositivo bensì dal megafono che Frida (in versione microscopica) ha azionato al suo interno. Ma sarà grazie al potere della comunicazione mediatico-cinematografica – un riferimento forse al metacinema? – che la protagonista potrà finalmente catturare l’attenzione del suo lui e vivere il tanto desiderato happy ending. Uno spiritoso connubio di immagini e suoni che, seppur basato su dei concetti semplici, risulta essere molto espressivo e ben contestualizzato: un biglietto da visita che introduce la Amundsen e Chocron sulla scena artistica internazionale, facendoci impazientemente attendere una nuova futura collaborazione tra questi due giovani talenti.