31° Trieste Film Festival, 17-23 gennaio 2020, Trieste
Ô vous les bons apôtres mourez donc les premiers, nous vous cédons le pas
Gli stilemi che hanno caratterizzato il cinema di Terrence Malick, le forme che esso ha assunto nell’inaspettato e recente intensificarsi della sua produzione, tornano ne La vita nascosta, dai campi lunghi alle carrellate a seguire, dalle inquadrature grandangolari dal basso all’uso della steadycam, fino alla voce over, che in questo caso scandisce il ritmo del film, accompagnando le immagini con le parole dello scambio epistolare tra il contadino Franz Jägerstätter e la moglie Fani, pubblicato negli Stati Uniti dalle edizioni Orbis Books dei missionari Maryknoll. Invece, a contestualizzare la vicenda privata di Jägerstätter, non ci sono scene belliche – il conflitto è sempre lontano, completamente fuori campo -, ma immagini di repertorio in bianco e nero, in 4:3: aerei di guerra, folle adoranti che fanno il saluto nazista davanti a Hitler, il dittatore circondato da bambini
Il ritorno di Malick a un cinema più narrativo non delude le aspettative. La vita nascosta è uno tra i film più riusciti degli ultimi anni, nella filmografia del regista statunitense. Nel raccontare gli ultimi anni di vita di Jägerstätter, dal 1939 fino alla sua esecuzione nel 1943, rispetto a opere labirintiche come To the Wonder e Song to Song Malick adotta una maggiore linearità di racconto, fatto salvo il ricorso a qualche flashback. Soprattutto, mancano ne La vita nascosta quelle digressioni che rendevano centrifugo e dispersivo l’andamento dei film malickiani dell’ultimo periodo: anzi, qui, la concentrazione della regia sulla gradualità e sui dettagli della via crucis di Jägerstätter è così forte da rasentare l’ossessione. Di conseguenza, La vita nascosta risulta un film particolarmente angosciante, nella seconda parte, in cui dalla rappresentazione idilliaca del legame affettivo di Jägerstätter con la moglie e le figlie (che Malick ha incontrato prima di girare il film), tra infinite distese di prati verdi e luce naturale “divina”, si passa alla messinscena del progressivo distacco, da parte dello stesso Jägerstätter, dal conformismo patriottico hitleriano del clero e dei compaesani di Sankt Radegund, via via sempre più ostili.
L’ostinazione di Jägerstätter (beatificato da Papa Ratzinger nel 2007), assimilabile a quella di molti martiri cristiani, lo conduce alla prigionia e alla morte, facendone un simbolo di resistenza non violenta alla dittatura. Allo stesso modo, il perfezionismo di Malick – tre anni di montaggio per questo film -, la coerenza con cui continua un percorso artistico personalissimo, nella forma e nei contenuti, fuori dal tempo, del tutto indifferente alle mode correnti, ne fa un esempio di libertà creativa più unico che raro, nella Hollywood di oggi. Un cinema per puri di cuore.
La vita nascosta – Hidden Life [A Hidden Life, USA/Germania 2019] REGIA Terrence Malick. CAST August Diehl, Valerie Pachner, Maria Simon, Tobias Moretti, Matthias Schoenaerts, Michael Nyqvist, Bruno Ganz.
SCENEGGIATURA Terrence Malick. FOTOGRAFIA Jörg Widmer. MUSICHE James Newton Howard. Drammatico, durata 174 minuti.