4° WTFF – Working Title Film Festival, 1-5 ottobre 2019, Vicenza
Immersioni
Il vicentino Working Title Film Festival – Festival del cinema del lavoro, giunto alla quarta edizione, ci accompagna in un’immersione nei mondi del lavoro e nelle sfaccettature che compongono il concetto contemporaneo di ciò che, teoricamente, nobiliterebbe l’uomo, indagando le sue innumerevoli ramificazioni geografiche, sociali e culturali.
Può essere quindi una simpatica e bella coincidenza che questa immersione in meandri dove problemi, ahinoi, ampiamente conosciuti si mischiano a realtà, punti di vista e connotazioni sorprendenti e nascoste sia stata vinta da un film dedicato a quella categoria che grazie alle immersioni porta la pagnotta a casa e trova un senso alla propria esistenza: i palombari, mestiere protagonista de L’ora d’acqua di Claudia Cipriani.
Un lavoro, quello dei palombari, che in realtà, lo scopriremo a fine film, nella nostra legislazione ufficialmente non esiste, nonostante la tradizione italiana in questo campo sia stata pionieristica e fondamentale. Problema che però sembrerebbe non interessare particolarmente al sofferto, vivace e “romantico”, (nel senso letterario del termine), protagonista Mauro, sommozzatore per grandi piattaforme petrolifere, pedinato dallo sguardo della regista fin nella camera iperbarica, un po’ prigione ma soprattutto rifugio nei periodi di lavoro. Vediamo come da qui, con la voce da “Paperino” dovuta all’elio respirato continuamente, tiene i contatti con l’esterno e con la famiglia; in particolare, col suo piccolo amico Milo, un bambino di sei anni, figlio della regista, a cui Mauro insegna l’amore per il mare e in qualche modo la voglia di inseguire sempre i miraggi e i riflessi della libertà.
L’ora d’acqua quindi non segue le strade del documentario d’inchiesta e del reportage, pur descrivendo con precisione il lavoro del suo protagonista e pur aprendo con chiarezza le porte di questo duro e affascinante mondo subacqueo. È un film dove semmai lo sguardo sul reale si compie attraverso le maglie di un duplice, e molto libero, racconto assolutamente intimo, attraverso la centralità delle sensazioni, dei rapporti e degli stati d’animo che, in certi momenti – gli inserti animati sono i più palesi, ma non gli unici –, può far pensare alla tradizione di certo nostro documentario che flirta con la finzione per raccontare psicologie e interiorità. C’è, così, il racconto dei tormenti e delle evoluzioni di Mauro, del suo mai domo entusiasmo che sempre più convive con la stanchezza, e c’è soprattutto il racconto del suo legame con Milo, quasi un passaggio ideale di testimone. É principalmente questo che permette a L’ora d’acqua di essere, anche grazie ad una non ovvia cura formale e fotografica, un documentario con cui è facile essere partecipi e in cui è facilissimo immergersi.
L’ora d’acqua [Italia 2018] REGIA Claudia Cipriani.
SCENEGGIATURA Claudia Cipriani.
FOTOGRAFIA Claudia Cipriani, Mauro Deiana, Niccolò Volpati. MONTAGGIO Claudia Cipriani.
Documentario, durata 72 minuti.