These Are the Days of Our Lives
Due cose di Bohemian Rhapsody bisogna dirle subito: Rami Malek è un degno Freddie Mercury e il film di Bryan Singer, tra i cui produttori figurano Bryan May e Roger Taylor, vanta le musiche originali dei Queen e non delle registrazioni nuove, create appositamente per il cinema.
Queste due nozioni sono più che sufficienti a dimostrare che tutti gli appassionati del gruppo rock “da stadio” per eccellenza saranno estasiati dalla visione e probabilmente non noteranno nemmeno quei difetti che il critico, nel difficile compito di analizzare la qualità del film prescindendo da quella eccezionale delle canzoni, deve evidenziare. Bohemian Rhapsody è soprattutto un’opera sulla musica e quindi piena di momenti ritmati; si può, quindi, chiudere un occhio se nel film dedicato a un personaggio così discusso (agli altri tre membri del gruppo è dato un ruolo secondario, anche se sono molto presenti) tutte le scene drammatiche sembrano copincollate da qualsiasi altro biopic sull’ambizione artistica e il perseguimento dei propri sogni. Chiudiamo un occhio anche quando il film si sofferma, troppo e in modo poco interessante, a indagare la sessualità di Mercury, una questione chiusa da tempo e onestamente sacrificabile nell’economia del racconto, e anche quando ci viene propinato del vero e proprio fanservice, con intere scene dedicate a mostrare la natura indomita dei quattro rocker di Londra in opposizione con quella ottusa dei loro produttori.
A Bohemian Rhapsody si perdona molto poiché le numerose sequenze musicali, le esibizioni dal vivo e le registrazioni, realizzano il sogno bagnato di qualsiasi entusiasta dei Queen. L’esibizione del Live Aid, in particolare, è ricostruita per intero e in modo filologico mentre la registrazione di Bohemian Rhapsody (la canzone) è uno dei momenti più riusciti, dove le immagini si fanno trascinanti quanto la musica che le accompagna e l’umorismo leggero del film si dimostra piacevole. Si tratta senza dubbio di un racconto ingenuo e celebrativo, ma privo di difetti irreparabili e che scopre, quasi per magia, di avere una forza dirompente ogni volta che Malek/Mercury prende in mano il microfono e canta, mettendo da parte temporaneamente tutte le velleità da racconto drammatico, quasi obbligatorie e inserite di malavoglia.
Bohemian Rhapsody [id., Regno Unito/USA 2018] REGIA Bryan Singer.
CAST Rami Malek, Gwilym Lee, Ben Hardy, Joseph Mazzello, Mary Austin.
SCENEGGIATURA Anthony McCarten, Peter Morgan. FOTOGRAFIA Newton Thomas Sigel. MUSICHE Queen, John Ottman.
Biografico/Drammatico, durata 134 minuti.