INEDITO, BELGIO-FRANCIA-CANADA-GERMANIA 2009
Memoria visiva
Megaproduzione europea presentata due anni fa alla Mostra del cinema di Venezia, Mr. Nobody rappresenta non solo l’opera più importante e ambiziosa del regista belga Jaco Van Dormael, ma è anche uno degli sforzi produttivi più importanti realizzati nel vecchio continente.
È un film che narrativamente si presenta quasi impossibile da riassumere in modo esaustivo, visto che il “chi”, il “dove” e il “quando” per tutta la durata sono elementi sfuggevoli, intrecciati e quasi impossibili da afferrare per lo spettatore; il filo conduttore che lega tutte le vicende sono i ricordi, i rimpianti e i deliri dell’ultimo uomo mortale della Terra (il rinnovamento delle cellule staminali ha fatto in modo che l’uomo del futuro non muoia più di vecchiaia).
Il caotico incipit di Mr. Nobody rivela una frattura tra l’oggetto dell’osservazione e osservante, il quando e il dove non vengono definiti ma esiste solo un io che, sottolineato da una serie di soluzioni registiche, viene fatto coincidere con lo spettatore, spaesato quanto il vecchio che troviamo ricoverato. Gli elementi che stanno alla base della narrazione vengono del tutto scompigliati, lo spazio e il tempo si trovano, nelle battute iniziali, sovrapposti allo sguardo di chi osserva; solo con il proseguo della narrazione capiamo che ciò che abbiamo visto in precedenza è lo sviluppo modulare di varie scelte a cui il protagonista è sottoposto durante la sua vita.
E’ una narrazione basata sul “possibile” che mostra, in maniera non semplicistica, le conseguenze di ogni scelta; ciò che in un primo momento potrebbe sembrare una ricostruzione proustiana della vita del signor Nobody, si rivela invece essere il luogo dove la mente rielabora il “cosa sarebbe successo se…”.
Ciò che diventa importante nell’incipit per lo spettatore, è la possibilità di non dover tener presente snodi narrativi fondamentali (per intenderci: quello che invece Lost chiede a chi segue la serie), ma – al contrario – fa affidamento su una memoria visiva che con il procedere del racconto affastella tutti gli spezzoni visti all’inizio arrivando a completare un quadro di possibili soluzioni narrative alla vicenda del protagonista.
Mr. Nobody, seppur con l’iniziale rottura della costruzione del racconto cinematografico, afferma nella sua totalità invece la potenza e la necessità della narrazione, nonostante una messa in discussione di un quando e di un dove, ciò, come si potrebbe pensare, non depotenzia la forza narrativa ma al contrario rende ancor più complesso il percorso del personaggio. Ci troviamo di fronte ad una pellicola che mescola sentimento con elementi teorici (non solo a livello cinematografico), apparendo però a volte fin troppo costruita, e mostra un’ambizione che è raro trovare nel cinema odierno, rendendo di fatto ancora più grave la sua non distribuzione italiana.