Pochi sospiri, tanta furbizia
Regista tecnicamente talentuoso e occasionalmente capace di trovare delle buone soluzioni formali, Luca Guadagnino ha però il difetto di realizzare spesso delle opere intellettualmente troppo ambiziose rispetto alla scarsa profondità concettuale finora dimostrata. Una caratteristica che rende il suo cinema a tratti irritante e poco riuscito, come dimostra Suspiria, il suo libero rifacimento dell’omonimo film di Dario Argento presentato in concorso alla 75. Mostra del Cinema di Venezia.
Qui l’autore palermitano si cimenta per la prima volta con l’horror e tenta di realizzare un lavoro dai sottotesti politici. Infatti, diversamente da Chiamami col tuo nome, il titolo in questione dà molto spazio al contesto nel quale è ambientata la vicenda, intrecciando continuamente la storia orrorifica di ballerine, streghe e magia nera con i problemi della Germania Ovest del 1977, presa dagli scontri con la RAF e dalle ombre lunghe del nazismo e della Seconda Guerra Mondiale. Elementi che rendono evidente quanto l’autore abbia voluto girare un horror storico/politico, nel quale le streghe risultano forse la metafora dei mali che attanagliano costantemente un Paese. Ma anche se tale ambizione è chiara ed evidente, la metafora purtroppo non funziona, in quanto la combinazione tra il piano storico e quello fantastico è intensa solo dal punto di vista strettamente narrativo, mentre risulta decisamente più debole da quello semantico, dove rimane vaga e un po’ superficiale, come dimostra la generalità della lettura sopra ipotizzata.
Tutto ciò in un’opera comunque ben confezionata e con qualche buona idea registica, si pensi per esempio all’apparato visivo – che ci cala bene nelle atmosfere dell’epoca e della compagnia di danza al centro della storia – e al virtuosistico piano sequenza ambientato nella stanza delle streghe. Ma anche sul piano puramente cinematografico l’opera non è priva di cadute e contraddizioni, a cominciare da un’ultima parte trash e involontariamente ridicola e da una durata eccessiva che diluisce e depotenzia la tensione presente nel soggetto.
Il risultato complessivo è quindi piuttosto debole e fornisce il sospetto che Luca Guadagnino sia un regista talentuoso ma furbo e troppo ambizioso, che cerca di mascherare la scarsità concettuale dei suoi lavori con riferimenti colti (vedi Chiamami col tuo nome) o, come in questo caso, con metafore poco riuscite, mentre basterebbe liberarsi delle proprie velleità intellettuali per dare maggiore sfogo a un’abilità registica comunque presente, come era già in parte successo in A Bigger Splash.
Suspiria [id., Italia, USA 2018] REGIA Luca Guadagnino.
CAST Dakota Johnson, Tilda Swinton, Chloë Grace Moretz, Mia Goth, Jessica Harper.
SCENEGGIATURA David Kajganich. FOTOGRAFIA Sayombhu Mukdeeprom.
MUSICHE Thom Yorke.
Horror, durata 152 minuti.