SPECIALE SERIE TV
Capitalismo New Age
Nel 1981 in un’impervia area dell’Oregon, nella minuscola comunità di Antelope, abitata solo da pensionati e proprietari di ranch, cominciano ad arrivare gruppi sempre più numerosi di giovani e meno giovani vestiti di varie sfumature di rosso. In poco tempo l’area semi-desertica diventa un villaggio con tanto di fognature, sistema idrico e campi coltivabili.
Un giorno, da una Rolls Royce bianca scende un indiano di nome Bhagwan Shree Rajneesh, successivamente noto come Osho, accolto dalla folla in visibilio e dalla perplessità crescente degli abitanti. È l’inizio di Wild Wild Country, docu-serie in sei puntate prodotta da Netflix, ideata e girata da Chapman e Maclain Way, che racconta dettagliatamente l’incredibile storia del movimento dei rajneeshi, del suo leader Bhagwan, e soprattutto della sua segretaria personale Ma Anand Sheela, sconcertante e imperscrutabile nodo di mistero e ambiguità, burattinaia oscura e vera protagonista della vicenda. Forti di una quantità di materiali sterminata, perché i rajneeshee documentavano tutto, i fratelli Way maneggiano al meglio le possibilità del sistema seriale, riuscendo a imprimere alla storia un andamento che col passare degli episodi sfocia nel thriller politico, alternando il footage originale e il racconto mediatico che la TV americana fece degli eventi con le interviste fatte oggi ad alcuni protagonisti ancora in vita: Sheela su tutti, ma anche l’avvocato del movimento e quella che a un certo punto diventa la guardia del corpo ed esecutrice di Sheela.
Dalle origini del culto in India, che a fine anni Sessanta inizia ad attirare frotte di intellettuali e curiosi occidentali, alla ricerca della liberazione spirituale, alla preoccupazione ossessiva del governo locale e dell’FBI, che ne vogliono fare un caso esemplare, l’intreccio esaustivo dei punti di vista impedisce volutamente di scegliere con certezza da che parte stare. La comunità di Antelope esemplifica l’America reazionaria e bianca, ottusamente diffidente e dal grilletto facile; ma da parte loro i rajneeshi sono tutt’altro che trasparenti: a differenza di espressioni spirituali simili, credono sì nella meditazione e dell’uguaglianza, ma anche nella ricchezza e nei beni materiali – come dimostrano il sistema economico che mettono su e i conti milionari della Rajneesh Foundation – e, Sheela in testa, sono pronti a passare come un rullo compressore su chi tenta di ostacolare la concretizzazione della loro visione, in un crescendo di intolleranze reciproche che sfiora la guerra civile. Di episodio in episodio, la serie evidenzia le contraddizioni strutturali, sociali e legali dell’America, dove la facilità a costituirsi come città si scontra con il terrore del cambiamento, e il mito della conquista a discapito delle popolazioni autoctone frana miseramente quando ci si trova dall’altra parte.
Wild Wild Country [id., USA 2018] REGIA Chapman Way, Maclain Way.
CAST Bhagwan Shree Rajneesh (Osho), Ma Anand Sheela, Philip Toelkes, Jane Stork, George Meredith, Charles Turner.
FOTOGRAFIA Adam Stone. MUSICHE Brocker Way.
Docu-serie, durata 60 minuti (episodio), 6 episodi.