Diagnosi pigliatutto per donne insoddisfatte
Nella Londra di fine Ottocento l’isteria era considerata una malattia che colpiva una parte considerevole delle donne della borghesia.
Infatti, quando il giovane medico Mortimer Granville (Hugh Dancy) viene assunto nello studio del dottor Dalrymple (Jonathan Pryce), massimo esperto nella cura manuale dell’isteria, vengono usate le sue particolari capacità nel massaggio per porre rimedio all’instabilità emotiva causata dal disturbo.
Mortimer viene subito ammaliato dalla bella Emily (Felicity Jones), la delicata e amabile seconda figlia di Dalrymple che incarna tutte le caratteristiche della perfetta donna da sposare. Al contrario, la sorella maggiore Charlotte (Maggie Gyllenhaal) è testarda e altruista e con lei il giovane dottore condivide le stesse idee progressiste che avevano suscitato la disapprovazione da parte di vecchi medici conservatori attaccati a metodi obsoleti. Emily e Charlotte riflettono due concezioni di donna: l’una di tipo tradizionale che vuole adempiere ai desideri del padre anche a costo di sopprimere le proprie aspirazioni rispecchiando perfettamente gli ideali dell’epoca; l’altra innovativa che lotta con tutte le sue forze per ciò in cui crede e quindi considerata un tarlo per la società ottocentesca.
Hysteria racconta la vera storia dell’invenzione di Granville (l’idea era nata per alleviare i dolori muscolari) appoggiato dall’amico appassionato di congegni elettrici, Edmund, brillantemente interpretato da Rupert Everett, in un’opera che fa dell’ironia la sua sola chiave di lettura, senza voler necessariamente essere garante del messaggio di emancipazione femminile o dello scetticismo della società dell’epoca di fronte a una qualsiasi idea di progresso.
Tanya Wexler firma una commedia che fa divertire senza rischiare di cadere nel volgare e che riesce a sdrammatizzare uno dei grandi tabù della storia, argomento discusso e controverso della condizione umana: la sessualità femminile. Tuttavia, non sviluppa il tema pur avendone le potenzialità, ma rimane su un piano superficiale come lo è la diagnosi medica che attribuirebbe l’isteria a ogni donna nella quale pazzia e logica collidono e che alla fine è per lo più da ricondurre ad una condizione di repressione dei naturali istinti sessuali.