E se all’improvviso tornasse Mussolini?
È tornato il Dux, il bue nazionale, l’uomo con la testa tipo panzer, il gigantesco Luogo Comune, il “duro a morire”. Da qui parte Sono tornato, l’ultimo film di Luca Miniero, remake del tedesco Lui è tornato di David Wnendt – ispirato all’omonimo bestseller di Timur Vermes.
Miniero, in un periodo storico complesso, in una Italia spaventata e divisa, a poco più di un mese dalle elezioni, fa un film, che sulla carta sembra necessario tanto quanto quello di Wnednt, chiedendosi cosa succederebbe se tornasse Benito Mussolini. Il regista tenta di dare una risposta con un mix di fantapolitica (il ritorno del Duce) e di documentario (le interviste sono reali) e per farlo riporta ai giorni nostri la parabola della Camicia Nera. Da una nube di fumo emerge lui, Mussolini (Massimo Popolizio) e a trovarlo è Andrea Canaletti (Frank Matano), un documentarista che ne capisce il potenziale ma non il pericolo. I due, mettendo in atto le classiche dinamiche delle commedie di Miniero (Bisio-Siani, Bisio-Matano), intraprendono un viaggio picaresco per registrare gli umori di chi all’improvviso incontra colui che ha messo in ginocchio l’Italia. Le reazioni sono inquietanti, ma Miniero non affonda, solo registra. Il film ha due sceneggiature, due anime diverse che non si riappacificano quasi mai, una è quella di Popolizio che dà mirabilmente Corpo a quell’ideale fascista che ha portato nell’Empireo un mediocre e ripropone la mascolinità littoria che ha reso vincitore Mussolini. “Il risorto” seduce gli italiani a suon di talk show e video su youtube con la sua spalla, succube del redivivo fin troppo ingombrante. L’altra anima infatti è quella dello sfigato Canaletti − un fragile Matano che non sempre riesce a sostenere il personaggio −, espressione del volgo, affascinato da quella star, straripante di parole e gesti disumani. Il “Boia chi molla” o il Faccetta nera indignano, le parole di dolore e rabbia di un’ebrea sopravvissuta toccano, ma Sono tornato resta ancora in superficie, privo di quell’incisività che smuove le coscienze, presente invece nel film tedesco. Miniero si ferma un momento prima di portare a termine il compito, inserendo gag più simili a quelle di Benvenuti al Nord e Benvenuti al Sud che a quelle di un cinico film, espressione della temperie culturale dell’Italia di oggi, sirena d’allarme di un futuro possibile. Sono tornato è un’occasione mancata che aderisce quasi in toto all’originale (battute, situazioni, candid camera) cadendo proprio quando se ne discosta e allo spettatore restano solo impotenza e insoddisfazione perchè avrebbe voluto qualcosa di più.
Sono tornato [Italia 2008] REGIA Luca Miniero.
CAST Massimo Popolizio, Frank Matano, Stefania Rocca, Gioele Dix, Guglielmo Favilla.
SCENEGGIATURA Luca Miniero, Nicola Guaglianone. FOTOGRAFIA Guido Michelotti. MUSICHE Pasquale Catalano.
Commedia, durata 100 minuti.