Auguri!
Non c’è vigilia di Natale senza Una poltrona per due di John Landis e non c’è Natale senza Zio Paperone nei panni di Ebenezer Scrooge nella versione disneyana di Canto di Natale, romanzo breve scritto da Charles Dickens nel 1843. Per molti non c’è anzi Natale senza rileggere o risfogliare l’opera probabilmente più celebre del romanziere d’epoca vittoriana.
Vedendo poi Dickens – L’uomo che inventò il Natale di Bharat Nalluri la voglia, una volta usciti dalla sala, di riprendere tra le mani il capolavoro dello scrittore inglese aumenta sensibilmente. Il film di Nalluri non è una nuova versione del romanzo. È un biopic nel quale vengono semmai innestate certe caratteristiche dell’opera letteraria in questione e che racconta le febbrili settimane in cui Charles Dickens, reduce da una serie di fallimenti e in una situazione economica quasi disperata, immaginò e scrisse A Christmas Carol, e di come appena pubblicato il libro divenne immediatamente un successo enorme, tanto – come suggerisce il titolo – da inventare una nuova concezione del Natale. Nel processo creativo, lo scrittore viene accompagnato dal “fantasma” di Scrooge, decisivo nel fargli prendere coscienza, come romanziere e come uomo, per quanto riguarda il prosieguo della scrittura come per la vita di tutti i giorni. L’aspetto più interessante del film di Nalluri è proprio questo; il parallelismo tra Dickens e Scrooge, con entrambi che agiscono sull’altro come i tre fantasmi agiscono sul protagonista nelle pagine del romanzo. Vita e letteratura in qualche modo si mischiano, i personaggi che popoleranno le pagine invadono la vita quotidiana e i dettagli reali diventano immediatamente fonte d’ispirazione. Dickens riflette così il processo di creazione letteraria e la necessità di immergersi nell’estasi creativa fino nel profondo e in qualche modo anche di imparare dai propri personaggi. Non è un bio-pic realista, la narrazione viene continuamente interrotta da sequenze gotiche e fantastiche, in grado anche di rielaborare le atmosfere più tipiche e riconoscibili che si associano alla letteratura vittoriana. Si può certamente rimproverare a Nalluri di essersi limitato a dirigere il traffico, come si dice in gergo, e di non aver colto fino in fondo le potenzialità visionarie. Nonostante questo, Dickens – L’uomo che inventò il Natale fa il suo mestiere, dando allo spettatore tutto quello che si aspetta. Emoziona e pure un pò commuove, senza esagerare con gli aspetti più sentimentalisti, diverte con la costante vena umoristica e, appunto, dà spunti di riflessione sul processo creativo e letterario. È il classico film che fa stare bene e rasserena, medio nel senso buon del termine, perfetto per quelle visioni senza troppe pretese, ma neanche ovvie e banali, tipiche di questo periodo dell’anno.
Dickens – L’uomo che inventò il Natale [The Man Who Invented Christmas, Irlanda/Canada 2017] REGIA Bharat Nalluri.
CAST Dan Stevens, Christopher Plummer, Morfydd Clark, Jonathan Pryce, Donald Sumpter.
SCENEGGIATURA Susan Coyne. FOTOGRAFIA Ben Smithard. MUSICHE Mychael Danna.
Biografico, durata 104 minuti.