Not another teen movie
Easy Girl è una piccola commedia sorprendente, per svariati motivi. Ormai assuefatti al panorama stereotipato delle high school californiane, e al cinema sempre simile a se stesso che spesso vi è ambientato, Easy Girl sorprende per la capacità di contraddire tanti piccoli cliché del genere cui appartiene.
Intendiamoci, sempre di un teen movie stiamo parlando, e chi è allergico ai corridoi infestati di armadietti, alle cheerleader reginette della scuola e al ballo di fine anno in cui si risolvono tutti i destini, difficilmente si ricrederà guardando questo film, anche se, in Easy Girl, c’è poco di tutto questo.
La forza di Easy Girl è innanzitutto nella sua protagonista. Un po’ perché ad interpretarla è una straordinaria Emma Stone (e molto della sua voce roca e inconfondibile si perde col doppiaggio), superiore a qualsiasi Lindsay Lohan del passato; un po’ perché Olive, la “ragazza facile” del titolo, è un personaggio forte e inaspettato. Brillante, autoironica, intelligente, indipendente, generosa, Olive sembrerebbe un’inverosimile concentrato di perfezione, se non ci lasciasse assistere, per tutta la durata della pellicola, alla collezione incontenibile dei suoi errori. Perdonabilissimi, soprattutto perché, per una volta, in un teen movie, il personaggio principale è consapevole che il liceo non è il mondo, ma solo un passaggio: ostenta una totale noncuranza per quel che pensano di lei i suoi pari e, conscia di questa verità, non agisce secondo le consuete logiche della lotta di potere in cerca della tanto agognata popolarità.
Al pacchetto, poi, è da aggiungere una sceneggiatura divertente e ricca di riferimenti culturali e popolari, dalla Lettera Scarlatta hawthorniana al cinema adolescenziale di John Hughes. Per non parlare del piacere di ritrovare, in un solo film, tanti comprimari noti e di gran classe: a partire da Stanley Tucci e Patricia Clarkson, i genitori che tutti vorremmo avere, per arrivare a Lisa Kudrow e Malcolm McDowell, gli insegnanti che speriamo di non incontrare mai. Dalle loro bocche – così come da quelle dei protagonisti più giovani – escono dialoghi spesso esilaranti e quasi mai banali: abbastanza da far diventare Easy Girl già un piccolo culto, tra gli adolescenti, e non solo. Non un capolavoro, ma un’imprevista “manciata di sole”, come canta Olive in una delle sequenze più spassose del film.