35° Torino Film Festival, 24 novembre – 2 dicembre 2017, Torino
SPECIALE TORINO FILM FESTIVAL
Obiettivi mancati
Kiss and Cry è l’espressione con cui, nel gergo del pattinaggio di figura, si indica l’angolo della pista sul ghiaccio in cui gli atleti sostano in attesa dei giudizi tecnici e artistici sulla loro prova. Uno stato di sospensione, diviso tra il successo e il fallimento, che idealmente condensa il riscontro pubblico e privato sul senso di un percorso e delle scelte fatte per portarlo a termine.
A partire da questo ingombrante sottotesto – la realizzazione sportiva come trita metafora di accettazione sociale e pienezza esistenziale – il film delle registe Chloé Mahieu e Lila Pinell, in concorso al Torino Film Festival, eleva la formula a titolo di un’indagine fortemente orientata al documentario, complice un precedente mediometraggio non-fiction con lo stesso soggetto e le stesse protagoniste. Al centro del racconto è una squadra di pattinatrici, quasi tutte adolescenti, impegnate a Colmar nella dura preparazione atletica stagionale, sotto lo sguardo di un sadico e forse frustrato allenatore, e con addosso lo spettro di un campionato in rapido avvicinamento. Il problema di queste ragazze, e principale motore narrativo del film, è che il loro quotidiano si mostra refrattario a qualsiasi progettualità, e tra famiglie disfunzionali, primi amori e derive virtuali (Snapchat da mattina a sera), a prevalere è un quadro indolente e confuso, dove l’ambizione sportiva e l’impegno fisico giornaliero davvero poco hanno a che fare con l’immaginario e i desideri delle protagoniste. Kiss and Cry non è un film di denuncia, non mette a processo l’educazione dei figli e certo non giudica le giovani che pazientemente ritrae attingendo alla realtà: al contrario, la macchina da presa osserva, pedina e abbraccia un universo che è tanto più crudele e autentico, quanto più distaccatamente viene messo in scena. Fanno eccezione alcune brevi parentesi oniriche, di pura finzione: sono le meno necessarie. Attraverso il personaggio di Sarah, la cui famiglia un po’ assente e un po’ asfissiante si è completamente votata alla sua carriera sportiva, assistiamo giorno dopo giorno al rivelarsi di una mancata corrispondenza tra mondo interiore e azione effettiva: Sarah si allena, fatica, sopporta, salta, cade sul ghiaccio e ricomincia daccapo, ma intanto lavora con la mente a una vita completamente diversa, alla quale accede a prezzo di ingenue ribellioni o stupidi errori, che per molti aspetti compromettono la sua immagine. Il pattinaggio e le altrui aspettative diventano piccole, quotidiane violenze, tanto più penetranti quanto più fondate sul valore della disciplina, dalle quali non si scappa, se non trasgredendo alla base, rinunciando cioè alla gara stessa, mancando, forse per sempre, l’obiettivo.
Kiss and Cry [id., Francia 2017] REGIA Chloé Mahieu, Lila Pinell.
CAST Sarah Bramms, Dinara Drukarova, Xavier Dias, Aurélie Faula, Amanda Pierre.
SCENEGGIATURA Chloé Mahieu, Lila Pinell. FOTOGRAFIA Sylvain Verdet. MONTAGGIO Emma Augier.
Drammatico, durata 78 minuti.