5° Cervignano Film Festival, 19-24 settembre 2017, Cervignano del Friuli
Crocevia di storie e culture
“C’erano il titolare salernitano, il cuoco istriano sloveno, il cuoco esule istriano italiano, il pizzaiolo pugliese e la donna delle pulizie di origini serbe. Ma ciò che mi attirava di più di questo luogo, senza che all’inizio me ne rendessi conto, erano le dinamiche interne”: così Massimiliano Milic racconta l’idea da cui è nato il suo documentario, La pizzeria, selezionato al Cervignano Film Festival nella sezione “Finestra sul Cinema FVG”.
Prima come aiuto pizzaiolo e poi da regista, Milic viene colpito da questa pizzeria del rione triestino, Borgo San Sergio, crocevia di culture, storie, visi e lingue. È luogo d’elezione dove il regista si immerge indagando un nucleo in cui galleggiano figure che diventano personaggi pieni di senso. A capo di questo gruppo ci sono Arno, arrivato dall’Istria a Trieste negli anni Cinquanta, e Toni, giuntovi da ragazzo: i migranti di ieri; e questi rappresentanti di una Trieste screziata dimostrano verso i migranti di oggi perplessità e pregiudizi che poi svaniscono nella vita. Lo stesso Arno prima ostile nei confronti dei nuovi arrivati – come accade in tante periferie europee abituate ad accogliere per “inclinazione naturale” – poi di fronte all’umanità fa cadere il suo atteggiamento critico per lasciare posto alla simpatia verso il vicino di casa e il venditore ambulante. Il corto mostra una ferita aperta, quella della convivenza tra culture, della diffidenza “inculcata” e sedimentata, dell’ignoranza dell’altro, ferita che però deve essere sanata con impercettibili gesti quotidiani. È proprio la convivenza a rompere quel pregiudizio, figlio di una cultura precostituita, di un mondo social fatto di slogan, rabbia e orgoglio, e così Arno diventa metafora di tutti i residenti triestini che hanno un atteggiamento accogliente e comprensivo. La narrazione della vita di Toni ha un motivo ancora più profondo, l’uomo spiega il suo sentire da “straniero al quadrato”: quando torna nel suo paese d’origine non riconosce e non è riconosciuto, a Trieste conosce ed è riconosciuto però questa non è casa sua. Toni diventa allegoria di tutti quelli che arrivano in un luogo diverso e lì devono ricostruire, portando una pesante valigia piena di ricordi e rimpianti; l’uomo è in perenne bilico tra estraneità (alla terra ospite) e partecipazione, ed è per questo funzionale al documentario, rappresentazione di tutti i migranti che si incrociano ogni giorno. La soluzione che dà Milic è dunque il raccontare e il raccontarsi per dare vita ad una nuova società complice, solidale, multiculturale e interculturale. La pizzeria è il tentativo di fotografare una terra di confine, Trieste, carica di simboli, di chiusure e aperture; un borgo (San Sergio), microcosmo in cui la convivenza è riuscita; e un’Italia, che talvolta può essere matrigna ma spesso è madre benevola.
La pizzeria [Italia 2017] REGIA Massimiliano Milic.
CAST Arno Tisma, Antonio Petrazzuolo.
SOGGETTO Massimiliano Milic. FOTOGRAFIA Massimiliano Milic, Sebastiano Coslovich. MUSICHE Teresa Scarcia.
Documentario, durata 24 minuti.