SPECIALE HORROR POLITICO
Try to smoke alone
Stroncando The Birth of a Nation, auspicavo qualche mese fa la fine dell’ondata di film politicamente impegnati e di non eccelso valore estetico con protagonisti afroamericani, in sostanza l’equivalente, in termini di prodotto hollywoodiano, della politica poco coraggiosa, tutto fumo e, per i miei gusti, non abbastanza di sinistra di Obama.
Ero stanco di sorbirmi altra inefficace retorica antirazzista, condita con violenza estetizzata e involontariamente di cattivo gusto, utilizzata per suscitare indignazione nelle anime belle più politically correct. Poi sono arrivati nelle sale italiane i convenzionali ma godibilissimi Moonlight e Il diritto di contare, e in seguito il riuscito I Am Not Your Negro. E ho pensato che, per fortuna, sugli schermi quest’anno non ci è toccato solo il teatro filmato di un Denzel Washington incapace di dirigere se stesso. Non ascoltate il bastian contrario Armond White, che l’ha definito in modo sprezzante “un Obama movie per fan di Tarantino”: Scappa – Get Out, invece, ha proprio quella perfetta commistione di ritmo, tensione, umorismo e spavento che abbiamo amato tanto nei film di John Landis. E non fa sconti a nessuno. Se i bianchi sono i “cattivi” del film, e nascondono, dietro l’apparenza ipocrita e un’esplicita ammirazione per Obama, una volontà di assoggettamento dell’Altro di stampo neonazista, i personaggi secondari “black”, ad eccezione dell’esilarante ma provvidenziale aiutante telefonico Rod, sono corpi senz’anima, conformatisi, come nel video di Lately degli Skunk Anansie, al sorriso ebete dei WASP, alla loro singolare idea di integrazione razziale e pacificazione politica. Per quasi tutto il film, il protagonista Chris, che ha la mimica eccezionale di Daniel Kaluuya (Sicario, la serie cult Black Mirror), i suoi piani d’ascolto esterrefatti, è completamente isolato, anche telefonicamente, nella casa dei genitori della sua fidanzata bianca, Rose. Il sorprendente talento registico di Jordan Peele, attore comico e drammatico di madre bianca e padre nero − proprio come Barack Obama, che Peele ha anche imitato nello show televisivo Key & Peele – fa di Chris, nella violentissima parte finale, una sorta di Ben romeriano, in fuga da demoni reali e interiori (il “sunken place” diacronico, tutto mentale, in cui sprofonda ipnotizzato). Anche se gli omaggi al cinema del terrore del passato sono innumerevoli, Get Out è un film Blumhouse, quindi contemporaneo, nell’estetica e nel piglio, al cento per cento. Con Get Out, la casa di produzione di Jason Blum (Sinister, Oculus, Split, Paranormal Activity) scopre l’horror comico, e continua a rivoluzionare, senza dimenticare la tradizione dei grandi maestri del passato, il cinema orrorifico dei giorni nostri.
Scappa – Get Out [Get Out, USA 2017] REGIA Jordan Peele.
CAST Daniel Kaluuya, Allison Williams, Catherine Keener, Bradley Whitford.
SCENEGGIATURA Jordan Peele. FOTOGRAFIA Toby Oliver. MUSICHE Michael Abels.
Horror/Commedia, durata 104 minuti.