35° Bergamo Film Meeting, 11 – 19 marzo 2017, Bergamo
Afa noir
Fa a caldo a Bergamo, con i primi veri acuti della primavera, ma fa caldo anche nella Provenza raccontata dal regista francese esordiente Laurent Teyssier in Toril, presentato nella sezione “Mostra Concorso” del 35° Bergamo Film Meeting; un film che ha riscosso particolare successo, presentandosi come uno dei titoli più accreditati alla vittoria.
È una Provenza poco turistica, senza lavande e senza Palazzi dei Papi, quella messa in scena da questo teso noir realista, capace di raccontare le problematiche e la crisi di una comunità e di un settore, quello dell’agricoltura, fondamentale per la regione. Un anziano contadino, piegato dai debiti e dalla terra che non rende più, tenta il suicidio; il figlio minore decide di prendere sulle spalle il futuro dell’azienda agricola cercando i soldi per i debiti del padre nello spaccio di droga e usando il magazzino del genitore come luogo di smercio; propone l’affare al boss della zona, per una soluzione che il giovane protagonista spera e vuole momentanea, ma che ovviamente lo invischierà, moralmente e non, in maniera decisiva e inevitabile, fino ad un finale che ha il sapore della beffa. Un po’ come ne Il profeta di Audiard, il cui stile riecheggia in quest’opera prima, è raccontata una sorta di educazione criminale: viene tratteggiato il ritratto di un uomo che paga le sue scelte disperate e obbligate con una discesa verso l’abisso e con la perdita di sé. La crisi personale e la discesa negli inferi diventano metafora del crollo del settore agricolo della regione, che la crisi finanziaria, i cambiamenti e il clima hanno messo in ginocchio. Il noir diventa quindi lo strumento con cui raccontare un territorio e fare una radiografia sociale. Anche grazie ad un intelligente utilizzo della atmosfere e delle ambientazioni; non solo il realismo della quotidianità e dei luoghi meno poetici che evita la Provenza da cartolina – l’unico luogo affascinante e riconoscibile, la paludi della Camargue, diventano, con la geometria degli acquitrini, sfondo inquietante per un paio delle sequenze più tese –, ma anche la capacità di rendere quasi palpabile l’afa e il caldo torrido che soffocano alberi e protagonisti. Si ribalta, con lo sfondo rurale ed estivo, la tradizione più radicata del genere che vede ambientazioni urbane e atmosfere grige e cupe: Toril è quindi efficace sia come ritratto sociale, esaltato dall’utilizzo dei canoni di genere, sia per lo stile asciutto ed essenziale, tolta qualche concessione alla poetica del ralenti, capace di creare tensione man mano che il protagonista peggiora la sua situazione.
Toril [id., Francia 2016] REGIA Laurent Teyssier.
CAST Vincente Rottiers, Bernard Blancan, Tim Seyfi, Sabrina Ouazani, Karim Loklou.
SCENEGGIATURA Laurent Teyssier, Guillaume Grosse. FOTOGRAFIA Baptiste Chesnais. MUSICHE Lionel Corsini.
Noir, durata 83 minuti.