SPECIALE HOLLYWOOD MUSICAL
Musical in salsa western
Sette spose per sette fratelli di Stanley Donen rappresenta uno dei vertici del musical classico, quel genere esploso con l’introduzione del sonoro e destinato a rinnovarsi radicalmente in seguito alla crisi hollywoodiana.
La vicenda, ambientata nell’Oregon del 1850, vede protagonista Adamo Pontipee, primogenito di sette fratelli boscaioli, il quale decide finalmente di trovarsi una moglie. Sceso in paese per le provviste, incontra Milly ed è subito amore: i due si sposano ma la ragazza scoprirà presto che il rude marito, più che una moglie cercava una sguattera per badare alla casa e al resto della famiglia. Tuttavia, non solo Milly riuscirà a mettere in riga i sette fratelli ma insegnerà loro anche a rapportarsi con le ragazze del paese, tentativo alquanto malriuscito dato che il corteggiamento si trasformerà in un vero e proprio ratto delle Sabine! Il genere musicale presenta molto spesso delle trame tutto sommato semplici e prevedibili, che altro non sono se non il pretesto per creare degli irresistibili numeri musicali e coreografici. Questo aspetto è tutt’altro che negativo in quanto consente di trasportare lo spettatore in una dimensione fantastica ed onirica, senza alcuna pretesa di impressione di realtà. E nel musical classico questa dimensione è particolarmente enfatizzata, basti pensare ai lunghi ed incredibili spettacoli coreografici che chiudevano film come Un giorno a New York (1949) e Cantando sotto la pioggia (1952) entrambi di Stanley Donen e Gene Kelly o ancora Un americano a Parigi (1951) di Vincente Minnelli. Tutto ciò vale anche per Sette spose per sette fratelli, anche se non sfuggono differenze notevoli legate all’inconsueta ambientazione all’interno del vecchio west e al fatto che non abbiamo qui una star come Fred Astaire o lo stesso Kelly ma un collettivo di protagonisti, senza che Adamo e Milly spicchino necessariamente troppo sugli altri. Bisogna ammettere che un film di oltre 60 anni fa, così intriso di quel puritanesimo che caratterizzava la produzione hollywoodiana classica, desti non poco fastidio a uno spettatore contemporaneo ma, d’altro canto, la dimensione assolutamente onirica del film riesce quasi ad azzerare quest’aspetto, grazie all’assoluto clima di ironia e divertimento con pizzichi di sana follia – si pensi proprio all’episodio del ratto delle Sabine. Assolutamente trascinanti, dopo tutto questo tempo, le numerose canzoni del film, alcune divenute celeberrime, e la lunga sequenza del ballo centrale in cui i fratelli scendono in paese in cerca di moglie. In fin dei conti, tutto il musical classico, per quanto possa essere datato nei contenuti, non lo sarà mai nei suoi due pilastri fondanti: la musica e la danza.
Sette spose per sette fratelli [Seven Brides for Seven Brothers, USA 1954] REGIA Stanley Donen.
CAST Jane Powell, Howard Keel, Jeff Richards, Russ Tamblyn, Tommy Rall.
SCENEGGIATURA Albert Hackett, Frances Goodrich, Dorothy Kingsley. FOTOGRAFIA George Folsey. MUSICHE Gene de Paul.
Musical, durata 98 minuti.