SPECIALE CINEMA LOBBISTA
Dall’alto del complotto
Il senatore Carroll, in piena campagna elettorale, viene ucciso durante un meeting all’interno dello Space Needle di Seattle. Tra i presenti anche il giornalista Joe Frady che per anni si occupa del caso non riuscendo però a scoprire niente di più rispetto alle indagini. Ma quando la collega e amica Lee Carter viene uccisa, dopo avergli confessato di sentirsi minacciata, Frady riapre un fascicolo che pensava sepolto e scopre l’esistenza di un’agenzia paragovernativa dedita al reclutamento di killer.
Da che esistono gli Stati Uniti d’America il lavoro più pericoloso del mondo è diventato il candidato progressista di un partito politico. Non che prima non si cercasse di sovvertire, mantenere o deviare il potere attraverso operazioni violente e segrete, ma se c’è un luogo, nell’Occidente, dove per molto tempo è stato più sicuro andare a una convention della NRA che a una del partito democratico, quello è l’America. Il complotto è un macrotema del cinema americano – quasi un sottogenere del thriller o del noir – che si rinnova a ciclo continuo sfruttando la sensazione, sempre più diffusa anche oltreoceano, che esista una sovrastruttura con mille occhi in grado di condizionare le sorti del pianeta. Non parliamo delle scie chimiche ma, ad esempio, della Parallax Corporation, protagonista del film di Alan J. Pakula Perché un assassinio. Un soggetto capace di individuare schizofrenici, sociopatici, aspiranti assassini e di trasformali in pedine di un gioco politico sotterraneo che rimarrà segreto. In ogni inquadratura si respirano gli anni Settanta, l’anarchia consapevole con cui registi, per lo più giovani, sperimentavano punti di vista, sequenze, dialoghi, trame, per tanti versi in modo simile al cinema horror/thriller all’italiana. Un cinema costantemente sull’orlo di una crisi narrativa ma capace di produrre visioni affascinanti come il finale orchestrato da Pakula: la ripresa silenziosa di un omicidio, uno sparo acusmatico, una o più silhouette che si muovono sopra la scena del delitto, la corsa di un innocente e la storia che si ripete, impedendo ogni domanda. Due anni più tardi, sempre grazie a Pakula, il complotto troverà un nome e una voce, “gola profonda”, spostando l’asse in avanti e spingendo ancora di più sul remix tra generi e filoni (noir, thriller, fantapolitica, giallo). Ma quella è un’altra storia.
Perché un assassinio [The Parallax View, USA 1974] REGIA Alan J. Pakula.
CAST Warren Beatty, Paula Prentiss, William Daniels, Walter McGinn.
SCENEGGIATURA David Giler, Lorenzo Semple Jr. FOTOGRAFIA Gordon Willis. MUSICHE Michael Small.
Thriller, durata 102 minuti.