SPECIALE CINEMA LOBBISTA
Negli occhi del lobbista
Alla base del terzo film del regista e sceneggiatore neozelandese Andrew Niccol, Lord of War, c’è una scelta tanto insolita quanto arrischiata: quella di raccontare una dimensione profondamente innervata nella cultura di guerra e morte di tutto il pianeta, quella del traffico delle armi, attraverso lo sguardo sornione e autoindulgente di un unico protagonista, il mercante di morte Yuri Orlov, interpretato dalla maschera sfuggente di Nicolas Cage, qui anche produttore.
Se affronta la lobby del commercio di armi, dunque, Lord of War lo fa con una narrazione in primissima persona, una storia individuale che ci immerge nella dimensione biografica di una precisa psicologia e al contempo del singolo vorrebbe fare un caso esemplare: la vita di Yuri e la sua rapida ascesa in una realtà che, una volta collassata l’Unione Sovietica, smarriva definitivamente il senso di ordine e controllo connaturato alla divisione del mondo in blocchi, altro non diventano che una progressiva soddisfazione di ansiogeni desideri di possesso, dalla ricchezza materiale all’immaginario affettivo, per la cui amministrazione tuttavia si rende indispensabile l’uso (e abuso) della menzogna. Non importa quindi se Orlov comprometterà in via definitiva i propri legami familiari, la fiducia di una moglie conquistata e tradita, la propria stessa incolumità braccata dalle forze dell’ordine: finché la menzogna potrà reggere, ci sarà sempre una scappatoia per tenere fede a questa vocazione fatale, incolpevole dei mali del mondo perché delle armi domina la compravendita, non l’effettivo utilizzo. È questo forse l’atto di accusa più rigoroso del film: essere soltanto una parte della catena di violenza e distruzione non esime dalla propria, ineludibile, fetta di responsabilità. Andrew Niccol, di cui forse ormai si può dire che Gattaca – La porta dell’universo, suo esordio, resta la prova più convincente, opta per la satira al vetriolo, il politicamente scorretto e un allucinato impatto visivo per incastonare nell’immagine questa inguaribile ipocrisia: ci riesce soltanto a tratti, sfociando talora in soluzioni più che discutibili, come per la soggettiva del proiettile che all’inizio del film racconta la sua genesi e il suo viaggio incontrollato fino alla testa di un povero bambino. Anche quando la messinscena si regge sul gusto gratuito della provocazione, postmoderno fuori tempo massimo, resta evidente che a difendere e proteggere la lobby delle armi e il suo incontrollato proliferare sia un gioco di poteri ben lontano dall’essere solo finzione. Il mercato della violenza sembra allora diventare un male minore, un neo necessario a tenere vivo un disegno sulla vita degli umani ancora più grande, e ancora più malvagio.
Lord of War [id., USA 2005] REGIA Andrew Niccol.
CAST Nicolas Cage, Ethan Hawke, Jared Leto, Bridget Moynahan, Ian Holm.
SCENEGGIATURA Andrew Niccol. FOTOGRAFIA Amir M. Mokri. MUSICHE Antonio Pinto.
Drammatico, durata 122 minuti.