Alti e bassi
La decima edizione di X Factor si afferma come una delle più travagliate, dai risultati più altalenanti della storia del programma, almeno nella sua versione italiana. Per ogni sagace giudizio spietato di Manuel Agnelli esiste un’insipida esternazione di Alvaro Soler, per ogni perla lanciata da Elio nello Strafactor c’è un “#CattelanDice” che fa sentire la sua mancanza, e così via.
Andando oltre improvvisi abbandoni ed eliminazioni opinabili, che comunque caratterizzano la totalità di talent show televisivi al grido di “il popolo ha giudizio insindacabile”, la vera parte attrattiva dell’edizione 2016 del concorso canoro sta nei prodotti collaterali: a partire dai backstage fino al già citato Strafactor. Questi sono i contenitori in cui si accumulano la pretestuosa irriverenza e la comicità macchiettistica del programma, lasciando alla competizione vera e propria una nudità che non sempre le dona. Se è vero che il livello di cantanti e performance si è dimostrato all’altezza delle aspettative spettacolari del “pubblico sovrano”, i giudici e – soprattutto – il conduttore hanno in più momenti fatto sentire la mancanza di alcuni cavalli di battaglia che hanno contribuito, almeno negli ultimi anni, a rendere unico, originale e “giovane” X Factor. Ci pensano Elio, Mara Maionchi e i vari finti giudici estemporanei nel dopo-show a fare da vivace contraltare a una meccanica opulenta e pervasiva. Non che le altre edizioni siano state impeccabili, ma in questo caso sono venuti meno alcuni elementi che, amalgamati al corpo centrale della competizione, rendevano il risultato più omogeneo. A partire dalla prima diretta, dove la magia della postproduzione e del montaggio si azzera, si è fatta sempre più netta la differenza tra l’inutilità televisiva di Soler e la forza (cromatica, visiva e canora) dei suoi gruppi; tra l’inaspettato contenimento di Cattelan e la macchiettistica esuberanza di Arisa. Poi arriva la finale e succede che vincono i concorrenti favoriti, i Soul System, che fra tutti i partecipanti erano quelli più auto-formati, quelli con meno bisogno di una guida con mano tutt’altro che decisa da parte di Soler, quasi a voler sottolineare una netta predominanza dei concorrenti rispetto alla meccanica che li circonda. Dovrebbe essere questo l’apice ideale di un talent show, sottomettere le logiche dello showbiz al talento artistico? Forse sì, ma poi che ce ne facciamo dei messaggi subliminali che, già dagli scorsi anni, hanno fatto di Enel e Intesa San Paolo ologrammi dalla ridondanza al limite del ridicolo? Qualunque sia l’opinione giusta, per evitare di fare gaffe, proporrei un applauso a Luca Tommassini.
X Factor 10 [Italia 2016] IDEATORE Simon Cowell.
CON Alvaro Soler, Arisa, Fedez, Manuel Agnelli.
CONDUTTORE Alessandro Cattelan. PRODUTTORE Fremantle Media Italia. CANALE Sky 1, TV8, Cielo.
Talent show, 180 minuti (puntata).