34° Torino Film Festival, 18 – 26 novembre 2016, Torino
SPECIALE TFF34
La foresta sferzata
Per colpa dell’esuberanza di un cliente ubriaco, il tassista Lao Shi investe un ragazzo in motorino. Nell’indifferenza generale lo soccorre, portandolo all’ospedale, pensando di fare un bel gesto, ma si ritrova impigliato dentro le maglie della burocrazia. Costretto a pagare tutte le spese mediche, mentre il ragazzo è in coma, viene a sapere che tutto sarebbe più facile se quest’ultimo fosse morto.
Più condivisione provoca un minore coinvolgimento nella Cina bipolare di Johnny Ma. Gli incidenti sono all’ordine del giorno, sotto gli occhi di tutti, ma nessuno interviene per paura di essere risucchiato dal grigio processo di colpevolizzazione e risarcimento che dalla polizia locale arriva, senza soluzione di continuità, all’ospedale. Lao Shi è la versione thriller e anti-ideologica di Daniel Blake: è un poveraccio che non ha capito che il mondo l’ha sorpassato sulla destra centinaia di chilometri prima. La sua lotta indefessa non è tanto contro un apparato insensibile che non riconosce più l’umanità dell’individuo , ma contro gli stessi individui che hanno fatto propria la legge dell’apparato e ne seguono i dettami alla lettera per paura di essere coinvolti emotivamente. Lao Shi è l’unico personaggio ad avere un’interiorità, rappresentata attraverso una meravigliosa foresta avviluppata dalla nebbia e sferzata da vento e pioggia. Quest’ultimo legame con una natura capricciosa lo salva dall’indifferenza ma, al tempo stesso, ne rende instabili le azioni fino a provocare una deriva morale spietata ma funzionale alla sua sopravvivenza. La brevità fa sicuramente gioco al film di Ma, che avrebbe sofferto oltre l’ora e mezzo, ma dimostra che è ancora possibile realizzare film a due cifre. Perché, nonostante la norma voglia oggi che qualunque nuova uscita, dai blockbuster alle commedie indipendenti, debba tenere il pubblico prigioniero in sala per almeno 100 minuti, è altrettanto vero che tale norma è assolutamente arbitraria e non motivata dalle richieste di un pubblico che, al contrario, ha una soglia di attenzione sempre più risicata. Al cinema oggi si chiede di essere spettacolare, non di avere le idee, di giustificare il costo crescente del biglietto, non di creare personaggi forti e originali. Più condivisione e meno coinvolgimento. Alla sua prima opera Johnny Ma sembra già volere parlare un linguaggio che non esiste più, quello dei generi, e una grammatica delle immagini che pensavamo superata dalla CGI. Piccole speranze per il futuro.
Old Stone [Lao Shi, Cina/Canada 2016] REGIA Johnny Ma.
CAST Gang Chen, Nai An, Wang Hong Wei, Zhang Zebin, Lou Xue’er.
SCENEGGIATURA Johnny Ma. FOTOGRAFIA Leung Ming-kai. MUSICHE Lee Sanders.
Drammatico, durata 80 minuti.