SPECIALE HARDCORE ANIMATION
Una fiaba che spaventa i grandi
Ancora una volta l’animazione si disinteressa dello stato a cui è stata relegata, quello di una narrativa a sé destinata ai bambini, e si riappropria del suo essere semplicemente un mezzo diverso con cui raccontare le stesse storie che il cinema con attori in carne e ossa mette in scena.
In un film di animazione ci possono essere omicidio, rapimento, orrore, mistero. In un film di animazione ci possono essere una ragazzina che corre in bilico tra vita e morte, trascinata in una bellissima illusione che degrada lentamente verso il grottesco, e l’orrore letale di una creatura che è materiale per gli incubi. In un film di animazione ci può essere Coraline, ragazzina undicenne trascurata dai genitori, che nella nuova casa trova la porta per un mondo incantato in cui tutto è a sua disposizione, compresi dei nuovi genitori, con bottoni al posto degli occhi, e che non aspettano altro che coccolarla e viziarla. Usando proprio l’animazione, Henry Selick e Neil Gaiman – anche autore del romanzo originale – inscenano una bella bugia, coprendo con fiori canterini e magici banchetti il macabro e la paura, usando a proprio vantaggio lo stereotipo di quell’universo animato che dovrebbe contenere solo “temi per bambini”. Perché il film sembra suggerire ad una generazione che sta crescendo in un certo senso nella bambagia cinematografica – provate a proporre oggi un film come Le streghe di Nicolas Roeg in una quinta elementare – che a volte va bene essere spaventati. Che è giusto sapersela cavare da soli. Che mamme e papà a volte sono distratti, e che il loro meglio potrebbe non essere abbastanza. Questo è il vero spavento riservato invece agli adulti nel film. Loro possono passare indenni attraverso il degrado inesorabile che mostra il mondo perfetto di Coraline sgretolarsi, forzandola a diventare l’eroina solitaria che in un ribaltamento di ruoli deve proteggere anziché essere protetta, ma non possono distogliere lo sguardo dal dualismo genitoriale messo in scena tra chi dà troppo e chi troppo poco, e rovesciato nel finale tra chi non può proteggere dai mostri la pur amata figlia e chi mostro lo è davvero. Coraline è tanto ogni bambino che impara come il mondo possa essere non solo rose e fiori, ma anche rose e spine, quanto il memento ai genitori che tutto questo già lo sanno.
Coraline e la porta magica [Coraline, USA 2009] REGIA Henry Selick.
CAST (DOPPIATORI ORIGINALI) Dakota Fanning, Teri Hatcher, John Hodgman, Keith David, Robert Bailey Junior.
CAST (DOPPIATORI ITALIANI) Eva Padoan, Francesca Fiorentini, Sergio Lucchetti, Gabriele Patriarca.
SCENEGGIATURA Henry Selick (tratta dal racconto Coraline di Neil Gaiman). FOTOGRAFIA Pete Kozachik. MUSICHE Bruno Coulais.
Animazione, durata 100 minuti.