Il dito e un mondo che non c’è
Jeff Nichols ci ha insegnato, in un tempo relativamente breve, a saperci far carico di ossessioni che portano a costruirsi un rifugio per scampare a chissà quale evento climatico catastrofico. Jeff Nichols ci ha mostrato anche come il fango alle volte possa essere il rimedio per tutti i mali e ci ha aiutato a capire l’infinita utilità di una piccola barca incastrata in cima a un albero.
Questa volta il buon Jeff ha deciso invece di occuparsi di un bambino dai poteri sovrannaturali, che sembra in qualche modo un incrocio tra la versione umana (?) di E.T. e Ciclope degli X-Men. Questo suo quarto lungometraggio però, ha un problema, che non sta tanto nelle suggestioni evocate, nelle inaspettate aperture al fantascientifico, o negli alle volte insoliti ritmi da thriller politico. Perché la struttura del film a più generi è solida e sostenuta dalla forte dose di realistico sempre perfettamente evidenziata dal regista americano. Il problema sta più che altro nella riproposizione di una costruzione che ricorda troppo quella delle principali fonti di ispirazione (si veda soprattutto il già citato E.T. ed Incontri ravvicinati del terzo tipo, tanto per restare in territori spielberghiani). In questo modo pare che i contenuti non riescano a emergere e la confusione inizi a farla da padrone; non riusciamo insomma a estrapolare la Cosa-in-sé di questa fantascienza, non percepiamo il bisogno di darle un senso seppur minimamente figurale. Anche perché quei riferimenti troppo ci spingono su funzioni narrative che bene sapevano dosare i toni della commedia a quelli più soffusi del dramma, che se c’era si disponeva con una precisione che qui purtroppo non è possibile ritrovare (in quanto totalmente assente la prima delle due componenti). Dall’altro lato, come si accennava poco fa, c’è una limpidezza formale e stilistica che porta a riconoscere Nichols come uno dei più interessanti nuovi autori del cinema statunitense; la sua opera è ormai ben riconoscibile, soprattutto per come è trattato ogni personaggio, per come si riesce a definirne la natura interiore attraverso piccoli dettagli che spesso hanno a che fare con gli oggetti (si pensi in questo caso agli occhialini e alle cuffie indossate dal piccolo Alton). In definitiva, la sensazione è quella di assistere a un film che sa affascinarci e trasportarci all’interno del suo mondo indicandone allo stesso tempo un altro. Ma il fatto è che l’altro mondo ci appare un po’ sbiadito e va a finire che a un certo punto ci tocca guardare solo il dito che lo ha puntato. Sarà colpa nostra? Con certezza non lo sappiamo, ma di sicuro la falange di E.T. era un poco più incantevole, perché quella, almeno, ogni tanto si illuminava.
Midnight Special [id., USA 2016] REGIA Jeff Nichols.
CAST Michael Shannon, Joel Edgerton, Kirsten Dunst, Adam Driver, Jaeden Lieberher.
SCENEGGIATURA Jeff Nichols. FOTOGRAFIA Adam Stone. MUSICHE David Wingo.
Fantascienza, durata 111 minuti.