Distruzione o decostruzione?
Si respira il gusto della libertà in questo Demolition – Amare e vivere, forse ancor più che in Wild, il film precedentemente realizzato dal canadese Jean-Marc Vallée. E se risaliamo ancora la carriera del regista, pensando a Dallas Buyers Club o C.R.A.Z.Y., notiamo con piacere una coerenza tematica che rende interessante e ben identificabile il suo lavoro. L’uomo nasce libero ma crescere non è altro che scoprire limiti, provarli sulla propria pelle e sentire il loro laccio che tiene stretta la gola o le mani, nel tentativo perenne di sfuggirvi: questa sembra essere la tesi di fondo di Vallée, espressa in forme e situazioni diverse.
Qui Davis è un uomo disattento, che ha sposato Julia senza amore, che ha una casa desiderabile ma da lui odiata, che lavora investendo su cose che non conosce muovendole come fossero numeri. Ma apparentemente tutto va bene, nulla scalfisce la sua vita “automatica” e ai suoi difetti, alle sue mancanze, ai suoi vuoti affettivi risponde con un sorriso. L’improvviso incidente nel viaggio in auto che apre il film toglie un piede a questa instabile struttura, la moglie muore. La reazione di Davis sembra non esserci, torna subito al lavoro, colmo di indifferenza e freddezza, convinto che il non-amore stia ora mostrando i suoi frutti per nulla amari. Dentro però qualcosa ribolle e proprio nell’ultima richiesta di Julia «aggiusta il frigorifero» trova la sua valvola di sfogo. Con gli strumenti da lavoro tra le mani scopre che la loro freddezza metallica può scaldarsi e scaldare, restituendo vita e significato. Prende a smontare tutto, nei luoghi privati o pubblici, perché tutto abbia un senso e sveli il suo meccanismo. In questa schizofrenia decostruzionista Davis ritrova la libertà perduta, quell’impulsività infantile che gode nel distruggere ciò che si è costruito e che di fronte ai pezzi sparsi sa darsi una spiegazione per eventualmente ricominciare. È infatti l’ultima folle distruzione della sua casa, che lui chiama “il mio matrimonio”, a mostrargli un frammento sconosciuto della sua storia: l’ecografia di un bambino avuto da sua moglie in un rapporto extraconiugale, taciuto con un aborto invisibile. Da qui, su questo fondale oscuro e sordido, Davis torna a ridisegnare la sua vita, intrecciando, grazie alla ritrovata sincerità, un profondo rapporto con Karen, conosciuta attraverso un anomalo reclamo al servizio clienti di un’azienda di distributori automatici, e con suo figlio Chris, giovane batterista ribelle e pieno di dubbi sulla sua identità sessuale. Più di amore tra Davis e Karen c’è empatia e vicendevole comprensione e supporto, ingredienti mancanti nella pervasiva e obbligata meccanicità degli individui. Forse ogni giostra, per quanto rotta, può ricominciare a girare.
Demolition – Amare e vivere [Demolition, USA 2015] REGIA Jean-Marc Vallée.
CAST Jake Gyllenhaal, Naomi Watts, Chris Cooper, Judah Lewis.
SCENEGGIATURA Bryan Sipe. FOTOGRAFIA Yves Bélanger. MONTAGGIO Jay M. Glen.
Drammatico, durata 100 minuti.