VENEZIA 73 – IN CONCORSO
La guerra non è (mai) finita
Si dice che a maggio il Festival di Cannes abbia respinto On the Milky Road. Emir Kusturica smentisce, ma potremmo comprendere le ragioni del rifiuto: l’ultimo lavoro del cineasta serbo – la cui lavorazione è durata ben 4 anni – è un compendio di tutto ciò che il cinema balcanico è già stato negli ultimi trent’anni.
Per mano dello stesso Kusturica tra l’altro, che dal 1981 gira i festival mondiali raggranellando premi su premi, tra Leoni d’Oro (Ti ricordi di Dolly Bell?) e d’Argento (Gatto nero, gatto bianco), Palme d’Oro (Underground) e candidature all’Oscar (Papà… è in viaggio d’affari). Quasi tutto il cinema di Kusturica ha fatto la Storia recente della Settima Arte, almeno fino al 2000. “Tratto da tre storie vere… e da molte fantasie”, On the Milky Road riavvolge il nastro e ci riporta nuovamente alla guerra dei Balcani: Kosta fa il lattaio per l’esercito, facendo ogni giorno la spola fra una postazione militare e la fattoria in cui vive. Abita con Milena, ma ben presto si innamorerà di una donna italiana, promessa sposa di un soldato inviato nella Legione Straniera. L’agrodolce epopea di Kusturica mescola comico, grottesco e tragedia, trovando la propria solita assurda coerenza narrativa. È un cinema da sogno e al contempo da incubo, come in fondo suggerisce il titolo stesso, che rimanda sia ad una ipotetica e trasognata “via lattea” che – più pragmaticamente – al percorso fisico che ogni giorno il protagonista compie, cristallizzazione del tempo dei gitani e della denuncia socio-politica della guerra che ha devastato una nazione. A questo punto si apre il ventaglio dell’interpretazione: siamo di fronte all’imbarazzante coazione a ripetere di un autore artisticamente finito, che riempie lo schermo di vacui numeri circensi per camuffare la propria mancanza di idee, oppure all’ossessione di chi continua a ricordarci che la guerra non è mai finita, e che gli unici modi per esorcizzare il conflitto sono l’energia e l’umorismo? Sotto le bombe Kusturica mette se stesso, mimica meno serena di un tempo ma non per questo stanca, Monica Bellucci (notevolmente in parte, nel momento in cui finalmente un regista le concede il lusso di recitare e “sporcarsi le mani”) e una buffa sarabanda di animali umanizzati funzionali al racconto (il serpente che beve il latte, le oche che fanno il bagno nel sangue, la gallina che salta allo specchio e il falco che balla), chiedendo allo spettatore più che una sospensione dell’incredulità un vero e proprio atto di fede. Forse – parafrasando Elio e le Storie Tese – “il cinema balcanico ha rotto i c******i, è bello e tutto quanto ma alla lunga rompe i c******i”; eppure non possiamo fare a meno di essere indulgenti e possibilisti, nei confronti di un genio che sembra davvero ancora credere alla propria utopica e caotica idea di cinema.
On the Milky Road – Sulla Via Lattea [Na mlečnom putu, Serbia/USA/Gran Bretagna 2016] REGIA Emir Kusturica.
CAST Monica Bellucci, Emir Kusturica, Sloboda Micalovic, Predrag Manojlović.
SCENEGGIATURA Emir Kusturica. FOTOGRAFIA Goran Volarevic, Martin Sec. MUSICHE Stribor Kusturica.
Drammatico, durata 125 minuti.