Bad guys?
Ci risiamo: dopo Batman v Superman, un altro film tratto dall’universo DC Comics va incontro ad una polarizzazione della ricezione critica. Tra chi lo ha stroncato senza possibilità d’appello (i fan delusi) e chi invece lo difende a spada tratta, Suicide Squad rappresenta il nuovo capitolo di un mondo cinematografico che sempre più dimostra difficoltà nell’accoglienza del pubblico.
In questo caso le premesse sembravano aver soddisfatto quasi tutti, a partire dallo sceneggiatore e regista David Ayer, abituato a raccontare convivenze forzate e storie di criminalità di strada. Alla buona riuscita sembrava poi contribuire la minor pressione sul racconto, con un gruppo di personaggi di secondo piano dell’universo DC (escluso il Joker che in ogni caso ha uno spazio ridotto nella pellicola), un manipolo di folli fuorilegge. Dalla compagna di Joker, l’ex psicologa ora completamente pazza Harley Quinn, al micidiale sicario Deadshot, infallibile come le armi da fuoco, passando per El Diablo, ragazzo dai poteri incendiari, e Captain Boomerang, rozzo ladro chiacchierone, fino a Killer Croc, Katana e Incantatrice. Suicide Squad si diverte a giocare con un gruppo che orgogliosamente si sente cattivo, e sguazza nell’ambiguità di dover per forza di cose operare per il bene. Il film però non riesce a tenere testa alla sua tanto conclamata scorrettezza, con una gang tanto cattiva quanto mossa, sotto sotto, dai buoni sentimenti. Suicide Squad inoltre mostra di esser stato rimaneggiato diverse volte in sede di montaggio: basti pensare a come l’uso musicale sia sostanzialmente sprecato nell’affastellarsi di sequenze ritmate che inanellano AC/DC, Queen, Eminem ma senza mai incidere. Uno squilibrio evidente anche nell’importanza dei personaggi, con l’attenzione quasi tutta rivolta alle due star Will Smith/Deadshot e Margot Robbie/Harley Quinn, veri mattatori, mentre gli altri sono semplici figure di contorno. Insomma un’opera che ha limiti ben definiti facilmente riconoscibili, che non riducono tuttavia il divertimento dello spettatore, concentrato su una crew di reietti orgogliosi ritrovatisi per la prima volta a fare del bene. Ayer ci mette del suo anche a interpretare questi malvagi caratterizzandoli: El Diablo ma soprattutto il Joker ci appaiono come gangster latinoamericaneggianti, i cui corpi sono segnati da tatuaggi come monito per le loro azioni. Il mondo rappresentato da quella criminalità prende spunto dagli eccessi figurativi di quella sottocultura ghettizzata (le armi e i colori, come in un video rap della west coast). La polarizzazione della ricezione di questo ciclo cinematografico DC sembra stia portando a perdere il vero senso di operazioni in fondo costruite per divertire – senza per questo ricalcare nei toni le orme della grande rivale Marvel – con una cupezza e una scorrettezza sicuramente più strillata che effettiva, ma per lo meno schietta.
Suicide Squad [id., USA 2016] REGIA David Ayer.
CAST Will Smith, Margot Robbie, Jared Leto, Viola Davis, Joel Kinnaman.
SCENEGGIATURA David Ayer (tratta dal fumetto di John Ostrander). FOTOGRAFIA Roman Vasyanov. MUSICHE Steven Price.
Azione/Commedia/Fantastico, durata 131 minuti.