SPECIALE CORTOMETRAGGI
L’indicibile
Quattordici minuti per ricevere una notizia, elaborarla e riportarla alla diretta interessata. Questo è il compito di una bambina di dieci anni circa, che si trova presa tra due fuochi che sono sua madre e una dottoressa.
Nel cortometraggio Il silenzio di Ali Asgari e Farnoosh Samadi, presentato in concorso a Cannes 2016, sta alla piccola protagonista Fatma rendere nella finzione quella sorta di incomunicabilità che travalica confini ed etnie, per riconoscersi in una universale incapacità di gestire alcuni avvenimenti. La piccola capisce e comunica con tutti gli attori coinvolti nella vicenda, dimentica delle differenze, pure oggettive, che la dividono dagli altri. Poco importano quindi la provenienza differente da quella del medico o la differenza di età che la separa dalla madre o dal mondo adulto. Fatma deve farsi carico di un compito che non le spetta e il silenzio diventa il suo primo alleato, che mette lentamente a nudo i personaggi dalle loro maschere, lasciando trasparire i veri volti di Cahide e Fatma. Nella realizzazione del corto, molto si è orientato alla resa realistica e toccante della situazione, scegliendo una colonna sonora fondamentalmente ridotta ai rumori e dando ai personaggi i nomi delle loro interpreti, in un mondo tutto al femminile, una nicchia di relazioni e problematiche che solo alle donne appartengono (la relazione madre-figlia, il cancro al seno). La ricerca di adesione alla realtà, il tentativo di pudicizia emotiva e di rispettosa distanza morale portano al contempo anche ad una sorta di non partecipazione da parte dell’obiettivo e, per traslato, degli spettatori, che restano lontani dalla vicenda. Rispettosi, sì, ma anche incapaci di carpire segnali emotivi dalle immagini, che si impigliano nella rappresentazione di quei veli culturali che ostacolano la comunicazione anche nella vita reale. Già i toni freddi, quasi glaciali, che accompagnano il dolore di Fatma, e sul finale la difficoltà e l’inadeguatezza della madre, facilitano un ascetismo morale che viene amplificato dagli altri elementi diegetici, risultando fin troppo spinti in quella direzione rispetto alla buona idea iniziale e alla sua adeguata resa in sceneggiatura. Il silenzio è verosimile e sicuramente efficace per la rappresentazione di uno scenario molto più comune di quanto si creda, ma resta lontano dalla capacità di toccare l’emotività del pubblico, privando le azioni dei personaggi di ogni cassa di risonanza intima e profonda.
Il silenzio [Italia 2016] REGIA Ali Asgari, Farnoosh Samadi.
CAST Cahide Ozel, Fatma Alakus, Valentina Carnelutti.
SCENEGGIATURA Ali Asgari, Farnoosh Samadi. FOTOGRAFIA Alberto Marchiori. MUSICHE Matti Paalanen.
Drammatico, durata 14 minuti.