Adam and the Reds
Dal glorioso festival di Karlovy Vary e da Annecy, arriva in Italia al Future Film Festival l’ultimo film della rumena Anca Damian. Si tratta, nelle intenzioni della regista, della seconda parte di una trilogia di film autonomi, sul tema dell’eroismo e del modo in cui gli esseri umani vanno incontro alla morte.
The Magic Mountain, infatti, racconta, con un’infinita varietà di tecniche di animazione, quasi una per ogni sequenza, e un ricorso insistito alla voice over in prima persona del protagonista – in realtà doppiata, come quella della figlia Anna –, la vita straordinariamente avventurosa dell’impavido Adam Jacek Winkler.
C’era materiale sufficiente per un documentario, ma la scelta di Anca Damian di sbizzarrirsi per realizzare ogni scena con la tecnica d’animazione più adatta – sagome di cartone, fotografie incollate su disegni, stop motion, fumetto noir, tridimensionalità, rotoscopio, solo per citarne alcune – si rivela vincente. I filmati di repertorio – che qui tornano utili per alludere brevemente a contesti storici specifici – e le fotografie di Winkler non sarebbero state sufficienti a restituire l’eccezionalità della sua esistenza. In questi casi, l’animazione può, invece, ricostruire eventi passati, anche i più violenti e spettacolari, con il grado di stilizzazione adeguato per indurre negli spettatori la giusta distanza di sguardo nei confronti della narrazione. Anarchico, pittore, cavaliere moderno, eterno sopravvissuto capace di rigenerarsi come una fenice, Winkler, cresciuto in Polonia, da bambino visse sulla propria pelle la durezza del regime sovietico e da allora tutta la sua vita fu dedicata a combattere l’ideologia che considerava tanto dannosa. Dopo aver letto Moby Dick, s’imbarcò su una baleniera diretta in Francia e arrivò a Parigi, con il passaporto di rifugiato. Fu protagonista del maggio ’68 e visitò il Congo e il Vietnam. Ma solo in Afghanistan incontrò finalmente una popolazione che non temeva affatto i Russi. Dopo l’invasione sovietica del ’79, quindi, si unì alle truppe resistenti di Massoud e venne ribattezzato “Adam Khan”, per poi tornare a Parigi dalla figlia, con cui nel frattempo aveva perso i contatti. Nel 2002, Winkler morì durante l’ennesima scalata di un monte, in solitaria. L’alpinismo era la sua grande passione, praticata per tutta la vita: sul Monte Bianco aveva perso l’amico Jedrek e aveva piantato due bandiere per solidarizzare con gli afghani, finendo anche sul New York Times. Alla fine del film, lo vediamo in un filmato, con gli schizzi di una storia da lui disegnata, ispirata all’amico Massoud: la realtà prende il sopravvento e, nel capovolgimento di ruolo, da eroe disegnato Winkler torna disegnatore.
The Magic Mountain [La montagne magique, Francia/Polonia/Romania 2015] REGIA Anca Damian.
SCENEGGIATURA Anca Damian, Anna Winkler. FOTOGRAFIA Anca Damian. MUSICHE Alexander Balanescu.
Animazione, durata 85 minuti.