Pericolose strade sicure
Ognuno – o quasi − di noi ha dei luoghi a cui è particolarmente affezionato, dove torna sempre volentieri, anche se rimangono sempre gli stessi; oppure ha dei “riti” che svolge con convinzione ed affetto, anche se si ripetono, con piccole variazioni, sempre più o meno allo stesso modo. Basti pensare alle serate con il migliore amico/a, sempre memorabili pur seguendo il medesimo copione, soprattutto se le decisioni della vita le hanno rese poco frequenti.
Il discorso sul fascino discreto di certe piccole ricorrenti cose può tornare utile per capire come un film risaputo e di per sé non originale come Codice 999 di John Hillcoat possa funzionare e pure avere un ruolo poi non così irrilevante nel complesso della cinematografia. Codice 999 è infatti un film che rispetta le coordinate del genere, l’heist movie, nella maniera più pura possibile: nel raccontare le vicende di poliziotti che part-time si danno al crimine non c’è l’ombra d’innovazione e non assistiamo ai tentativi di destrutturazione e di rilettura personale che agiscono dall’interno sull’essenza del dato genere. Allo stesso modo mancano il substrato malinconico e il distacco ironico, così come non vuole esserci una chiara metafora sociale e culturale. Hillcoat sceglie di seguire, appunto, strade già battute: a livello narrativo, con un plot prevedibile, nella rappresentazione dei caratteri (il poliziotto cattivo, quello buono che è costretto a fare il cattivo e quello onesto per davvero, e il detective acuto quanto avvezzo ad alcool e droghe) e anche a livello stilistico, ispirandosi alle atmosfere di Mann e alla furia di Friedkin (per citare i più famosi, ma non manca la cupezza action del miglior Fuqua). Nonostante gli inseguimenti avvengano nel modo che ci aspettiamo e le scelte dei protagonisti non ci sorprendano, Codice 999 riesce ad ogni modo a coinvolgere e a trasportare nel nichilista inferno urbano rappresentato, proprio per la sua fedeltà quasi religiosa ai canoni esaltata dal talento concreto e ruspante del regista australiano, il quale regala almeno due/tre sequenze di grande impatto – a partire da quella iniziale per arrivare all’attuazione del “codice 999” che dà il titolo al film – e che conferma di sapere trarre il massimo dalla fotografia, dall’utilizzo della colonna sonora e dal montaggio (ancora la sequenza iniziale è emblematica in questo senso). Così, in mezzo a film di genere che vogliono rinnovare il genere, o usarlo per altri fini, e a film di genere tradizionali e non riusciti, un film “puro” e ben fatto come Codice 999, pur non essendo una pietra miliare, merita di essere visto e difeso, per il modo con cui ci accompagna verso porti sicuri e strade conosciute, impedendo che queste ci vengano a noia.
Codice 999 [Triple 9, USA 2016] REGIA John Hillcoat.
CAST Casey Affleck, Chiwetel Ejiofor, Aaron Paul, Gal Gadot, Woody Harrelson, Kate Winslet, Norman Reedus.
SCENEGGIATURA Matt Cook. FOTOGRAFIA Nicolas Karakatsanis. MUSICHE Bobby Krlic, Atticus Ross, Leopold Ross, Claudia Sarne.
Thriller, durata 115 minuti.