SPECIALE BEHIND THE SCREEN – II PARTE
Cinema della crudeltà
Il sogno hollywoodiano è stato analizzato e decostruito infinite volte ma pochi film lo hanno fatto con la forza della visione mortifera di Il giorno della locusta.
Tratto da un romanzo di Nathanael West, il film racconta la vicenda di Tod Hackett (William Atherton), uno scenografo che s’innamora di Faye Greener (Karen Black), un’attricetta priva di talento il cui padre (Burgess Meredith) è un ex attore di vaudeville ormai ridotto a fare il venditore porta a porta. Faye farà innamorare anche Homer Simpson, un contabile sessualmente frustrato, interpretato da uno straordinario Donald Sutherland. Siamo negli anni ‘30 e Hollywood è nella sua età dell’oro, una fabbrica di sogni che promette fama e ricchezza a chi ha l’ardimento di lasciare casa propria per recarsi nella città dei sogni; ma per ogni star che nasce c’è un’infinità di persone che tentano senza riuscire. Il giorno della locusta parla di questo e dello strano microcosmo che si forma intorno all’industria del cinema più importante del mondo. Non lo fa cercando il realismo ma sceglie, piuttosto, la chiave grottesca, esasperando le deformità dei protagonisti fino a renderli mostruosi (si veda il pestifero Adore, figlioletto di Faye). La violenza sotterranea del sistema e il dramma del fallimento si consumano tra le palme e i bassi edifici bianchi di Los Angeles, sotto un cielo sempre blu. Quando Faye rimarrà senza il padre, costretta ormai a prostituirsi, cercherà conforto in un uomo più anziano e manipolabile come Homer Simpson, ma il suo carattere lascivo e capriccioso farà lentamente impazzire il contabile dalla mente semplice. Nel frattempo, Tod fa carriera come scenografo di grossi film in costume ma un terribile incidente, nel quale sono ferite numerose comparse, lo farà dubitare dell’industria per la quale lavora. Tali dubbi andranno a influenzare anche la sua arte. Non c’è alcuno spiraglio di salvezza nella visione di Schlesinger/West, vero e proprio incubo che prende vita nel finale, sorprendentemente onirico. Non si tenta in alcun modo di addolcire la pillola, né coi toni a tratti comici de I protagonisti né col grottesco coeniano un po’ bonaccione di Barton Fink: Il giorno della locusta è una visione puramente oscura della Hollywood classica e, per estensione, uno schiaffo al sogno americano.
Il giorno della locusta [The Day of the Locust, USA 1975] REGIA John Schlesinger.
CAST Donald Sutherland, Karen Black, Burgess Meredith, William Atherton.
SCENEGGIATURA Waldo Salt (tratto dall’omonimo romanzo di Nathanael West). FOTOGRAFIA Conrad L. Hall. MUSICHE John Barry.
Drammatico, durata 144 minuti.