SPECIALE BEHIND THE SCREEN – II PARTE
Italiani d’Argentina
È lui il gaucho, Vittorio Gassman, il mandriano delle pampas di Cinecittà, nel ruolo di Marco Ravicchio, un addetto stampa energico e sveglio che spera di sistemare un po’ la sua vita – non troppo felice e piena di debiti – con un viaggio di lavoro nel quale dovrà dirigere una grottesca spedizione a Buenos Aires, giunta lì per presentare a un festival locale l’ultimo film di una piccola casa di produzione.
Un Gassman esplosivo, incontenibile, irrefrenabile sul quale Risi cuce perfettamente l’insostenibile leggerezza di un’esistenza che risente fortemente della consapevolezza di attraversare la fine del boom economico, i cosiddetti anni della congiuntura. Ma Il gaucho di Risi è un film strano, perché oltre a questo Gassman instancabile incastra una sequenza dietro l’altra con un ritmo che a tratti lascia senza fiato, con una nonchalance che induce quasi a voler dimostrare come la frenesia della vita stessa sia qualcosa di incontrollabile, ma che allo stesso tempo si immobilizza quando uno meno se lo aspetta, come nella sequenza bellissima dell’incontro tra i due amici Marco e Stefano (Nino Manfredi) che si ritrovano dopo molto tempo. E allora tutto sembra quasi incomprensibile; chi sta sullo schermo, chi fa cinema, vale, soffre, si emoziona allo stesso modo di chi quel mondo non l’ha mai vissuto, ma alla fine conta poco, perché è ugualmente infelice e povero. La commedia all’italiana, d’altronde, quando ci parla di quegli anni in particolare, riesce sempre a farlo con una lucidità unica, e anche se in questo caso qualche personaggio si rende a tratti troppo macchiettistico, la potenza espressiva dei singoli è sempre cesellata a dovere. Merito di Risi, che ha saputo ogni volta fotografare con perizia assoluta l’Italia della prima metà dei Sessanta e che in questa situazione specifica riesce a utilizzare lo spazio geografico argentino come se fosse un contenitore speculare a quello italiano, nel quale però ciò che risulta effettivamente immobile pare affermare un’innocenza e un’integrità molto più sincere di quelle del Bel Paese. Scrive Enrico Giacovelli, nel suo grandioso libro dedicato alla commedia all’italiana, che la presenza di Risi “non si sente mai, quasi che i film si girassero da soli; e tuttavia la macchina da presa è sempre nel punto giusto”. Proprio come in una delle inquadrature finali, nella quale Stefano, dopo aver salutato l’amico Marco che se ne ritorna in Italia, si avvia sconsolato rievocando la camminata sbilenca che i due erano soliti inscenare ai tempi dell’università. Un passo avanti, uno dopo l’altro, celebrando una gioventù breve e spensierata, unica portatrice di un po’ felicità.
Il gaucho [id., Italia/Argentina 1964] REGIA Dino Risi.
CAST Vittorio Gassman, Amedeo Nazzari, Silvana Pampanini, Nino Manfredi, Maria Grazia Buccella.
SCENEGGIATURA Ruggero Maccari, Tullio Pinelli, Dino Risi, Ettore Scola. FOTOGRAFIA Alfio Contini. MUSICHE Chico Novarro, Armando Trovajoli.
Commedia, durata 110 minuti.