33° Torino Film Festival, 20 – 28 novembre 2015, Torino
Decadenza, rassegnazione, speranza
Presentato con successo all’ultimo Festival di Berlino e ora al 33° Torino Film Festival, Under Electric Clouds racconta la Russia del 2017 per rappresentare la Russia contemporanea, descritta come un Paese che vive in un mix di desolazione e spaesamento.
Una situazione narrata attraverso sette brevi episodi che ruotano attorno a un edificio mai completato: si racconta dei figli del suo proprietario, dell’architetto che ha progettato l’opera, delle persone che vi si sono opposte. Da tali vicende emergono tre elementi che sorreggono tutta l’opera e che si collegano fortemente alla desolazione e allo spaesamento prima citati: decadenza (dei luoghi), rassegnazione (dei singoli) e – in opposizione a tutto il resto – speranza (riposta in pochissimi personaggi). E mentre i primi due sono presenti nella Russia passata e attuale, il terzo fa parte di uno sguardo lanciato verso un futuro tutto da ricostruire. Tre cardini fondamentali, dunque, i quali non vengono esplicitati soltanto attraverso le vicende e i personaggi raccontati, ma anche tramite le ambientazioni, spesso mostrate in tutta la loro fatiscenza e austerità: dall’immensa e ostile terra innevata nel quale risiede l’edificio incompiuto, fino ai resti di varie statue storiche (compresa quella di Lenin), che raffigurano una Russia e un’idea di società scomparse non solo per la caduta dell’URSS – come suggerisce una delle sette storie -, ma anche per il capitalismo corrotto instaurato negli anni successivi, come si può evincere dai vari capitoli. Il tutto seguito da una regia che alterna continuamente campi lunghissimi che mostrano il contesto spaziale (reso bene anche dall’ottima fotografia) a movimenti di macchina che pedinano i personaggi per raffigurare compiutamente il loro stato d’animo e trasmettere un diffuso senso di spaesamento; in quello che è uno stile filmico molto vicino a un altro lungometraggio di German Jr.: Soldati di carta. E a ben vedere, le due opere non hanno in comune solo il linguaggio utilizzato, ma anche la volontà di ritrarre le angosce presenti nella loro Nazione. Con una fondamentale differenza: il primo film guarda alla storia perché racconta degli esperimenti spaziali attivati dall’Unione Sovietica negli anni ’60, mentre il secondo è rivolto al presente e al futuro russo. Due lavori non esenti da limiti (in primis, l’eccessiva durata), ma che costituiscono una poetica coerente che dà vita non solo a un ritratto interessante del Paese, ma anche a dei momenti visivi estremamente affascinanti e suggestivi.
Under Electric Clouds [Pod electricheskimi oblakami, Russia/Ucraina/Polonia 2015] REGIA Aleksej German Jr.
CAST Louis Franck, Merab Ninidze, Viktoriya Korotkova, Chulpan Khamatova.
SCENEGGIATURA Aleksej German Jr. FOTOGRAFIA Evgenij Privin, Sergej Mikhalchuk. MUSICHE Andrej Surotdinov.
Drammatico/Fantascienza, durata 130 minuti.