33° Torino Film Festival, 20 – 28 novembre 2015, Torino
La forza dei paesaggi e del passato
Già vincitore del festival nel 2012 con Shell, lo scozzese Scott Graham torna a Torino con Iona, suo secondo lungometraggio, presentato nel fuori concorso “Festa Mobile”.
Iona è il nome dell’isola scozzese in cui si svolge la vicenda, ma è anche il nome della madre protagonista, la quale ritorna con il figlio adolescente nella bellissima ed isolata dal mondo località delle Ebridi dove ha trascorso alcuni anni della giovinezza per sfuggire da un crimine commesso dal figlio e da qualche fantasma del passato recente, ritrovando però le ombre di un trauma più lontano. Il ritorno della donna infatti scatena nella piccola comunità familiare con la quale aveva trascorso la giovinezza ricordi, desideri, paure e recriminazioni, che pesano come pietre sui due, in particolare sul personaggio più giovane e sconvolto. È un film infatti sul rapporto madre-figlio, ma soprattutto è una riflessione sul peso delle colpe e del passato. Come in Shell, il talentuoso giovane regista lavora molto sulla bellezza, enorme e un po’ inquietante, degli incontaminati paesaggi scozzesi, esaltati dalla fissità della cinepresa (o, per esempio, dalla colonna sonora affidata in buona parte al vento e all’infrangersi delle onde), e che spesso incorniciano i volti e i corpi: paesaggi che sono sia “fisici” che sociali e culturali. Viene così confermata la capacità del regista di conferire alla rappresentazione dei panorami, degli ambienti e dei paesaggi valori significanti essenziali: che siano la metafora della condizione interiore dei personaggi, della loro crisi e delle loro angosce, o che sia, per contrasto, sottolineatura della chiusura della piccola comunità isolana o, sempre per contrasto, espressione dell’impossibilità di fuga, fisica e interiore. Regalando una manciata di sequenze bellissime, il regista si conferma estremamente abile nel ritrarre, con forza delicata ma implacabile, interiorità travagliate e nel descrivere comunità chiuse e bloccate. A dispetto dell’atmosfera quasi eterea di fondo, è un film estremamente concreto ed incisivo, che, purtroppo, perde qualche colpo nel finale, scegliendo la strada sì più tragica ma anche più ovvia, e dando l’impressione di non sapere bene come tirare le fila del discorso. Graham si conferma quindi più a suo agio nel descrivere piuttosto che nel narrare, ma soprattutto si conferma una delle promesse più interessanti del cinema britannico ed europeo. È anche un film in cui ha un ruolo importante la religione, vista sia come segno del conformismo della piccola comunità che come possibile punto d’appoggio interiore. La lettura religiosa può essere sostenuta sia dalla scelta del nome Iona (e tra l’altro la vicenda si svolge nell’arco di tre giorni e tre notti) e dal fatto che l’isola è sede di un’importante antica abbazia dalla quale nell’alto Medioevo sono partiti i missionari per evangelizzare i popoli del “continente” europeo.
Iona [Id., Gran Bretagna 2015] REGIA Scott Graham.
CAST Ruth Negga, Ben Gallagher, Douglass Henshall, Michelle Duncan, Tom Brooke.
SCENEGGIATURA Scott Graham. FOTOGRAFIA Yoliswa von Dallwitz. MONTAGGIO Florian Nonnenmacher.
Drammatico, durata 90 minuti.