SPECIALE SPIRITI & FANTASMI
Fantasmi freudiani
Ci sono spettri in Suspense? Questa è la domanda fondamentale da porsi. O meglio: con che tipo di spettri abbiamo a che fare? È tutto molto vago in questo film di Jack Clayton, ma è tutto maledettamente ordinato. Ogni tassello infatti sembra disposto in modo da far sì che lo spettatore riesca ad addentrarsi in una sorta di sogno a occhi aperti nel quale è difficile comprendere chi stia vedendo cosa.
Eccola la risposta al quesito: sì, ci sono spettri in Suspense e sono simili a quelli che Freud chiamava fantasmi. Sono cioè scene o finzioni che il soggetto si racconta durante il suo stato di veglia. È chiaro quindi che l’unica a vederli (oltre allo spettatore, che però vede chiaramente attraverso gli occhi di lei), questi fantasmi, sia proprio Miss Giddens, colei che ha tutta l’aria di trovarsi in quella che potrebbe essere definita una condizione pre-isterica. Perché per Freud i fantasmi sono anche questo: manifestazioni precorritrici dei sintomi dell’isteria. È dunque il suo inconscio che le parla, che le fa costruire una grande narrazione puramente immaginaria per portarla in una direzione verso la quale il suo desiderio si esaudirebbe completamente. Un’attrazione spropositata per i bambini, per gli innocenti (non è un caso che il titolo originale del film sia appunto The Innocents); ecco ciò che muove la libido di Miss Giddens, che trova in Miles quello che potrebbe essere potenzialmente un amante perfetto e in Flora la figlia che (forse) mai potrà avere. La potenza del film sta tutta in questo sviluppo e nella sua messa in scena. L’abilità con la quale il regista ci guida in questo lento e impercettibile delirio ha dello sbalorditivo. Basti pensare alla caratterizzazione degli ambienti, all’intensità delle atmosfere o alla cura di certi dettagli, come quelli ad esempio inerenti alle statue (vere e proprie rappresentazioni del continuo contrasto/attrazione tra bellezza e paura). Ma il vero capolavoro assoluto sta nel “salto mortale” che con maestria Clayton e gli sceneggiatori Archibald e Capote (immergendosi completamente in Giro di vite di Henry James) eseguono: fare in modo che queste visioni − i fantasmi di miss Jessell e Peter Quint, principali responsabili delle turbe dei due bambini − diventino anche il viatico per permettere a Giddens di portare alla luce il trauma che i due fanciulli hanno dovuto subire. Insomma, un intreccio continuo tra illusioni di salvezza, inganno dei sensi e sospensione del giudizio fanno di Suspense uno dei più grandi film su come il fantastico non sia nient’altro che uno squarcio che noi creiamo su una realtà che sempre ci appartiene e che mai potremo trascendere. Perché i fantasmi − è bene ricordarlo − sono dentro e non fuori di noi.
Suspense [The Innocents, Gran Bretagna 1961] REGIA Jack Clayton.
CAST Michael Redgrave, Deborah Kerr, Peter Wyngarde, Pamela Franklin, Mags Jenkins.
SCENEGGIATURA William Archibald, Truman Capote. FOTOGRAFIA Freddie Francis. MUSICHE Georges Auric.
Horror, durata 100 minuti.