SPECIALE PIANETA ROSSO
La contestualizzazione dei film
S.O.S. Naufragio nello spazio è la libera variazione sul tema del racconto Robinson Crusoe, il celebre romanzo di Daniel Defoe, come esplicitato dal titolo originale. Quando una navetta naufraga sul pianeta rosso, all’unico sopravvissuto non resta altro che riuscire a ricreare un ambiente compatibile alla vita, in compagnia della fedele scimmietta. Con il passare dei giorni, i due amici scoprono la realtà vigente sul nuovo pianeta e si imbattono in un altro fuggitivo, che metterà alla prova le capacità comunicative umane.
Girato per buona parte a Zabriskie Point e entrato a far parte delle edizioni Criterion Collection, il film di Haskin si regge interamente sulla performance di un solo interprete, stagliata contro le scenografie a tratti cartoon raffiguranti Marte. È evidente che parlare di un film come questo con riferimenti del cinema contemporaneo confonde il dato oggettivo dato dalla contestualizzazione del film. Non solo gli effetti speciali e le scenografie, ma anche la tipologia di rappresentazione, di colori e di tematiche sociali portate sullo schermo rendono questo film un esempio di cinema storico. Riportando infatti l’opera all’ambiente tecnologico e culturale degli anni ’60, esso riacquista quella dignità artistica di cui il passare del tempo lo ha privato. Il concetto si applica, chiaramente, a moltissimi titoli della storia del cinema, ma quello che risalta in questo caso è una totale adesione al progetto intrinseco del film e alla natura scenica della sceneggiatura. Nonostante l’ambientazione letteralmente lontana anni luce da tutti i palchi teatrali di questo mondo, l’estetica e il trattamento dei (pochi) corpi presenti risentono in maniera massiccia delle tendenze teatrali eminenti in quel periodo storico e culturale, ottenendo come risultato un miscuglio avvincente, anche se non sempre convincente, di stili e approcci diversi. Sarebbe inutile attaccare una visione androcentrica della storia narrata (come già nell’originale editoriale) soprattutto ritrovando dietro le immagini del film la tendenza a sottolineare da un lato la centralità degli Stati Uniti nella corsa alla civilizzazione universale, e dall’altro lato la somiglianza innegabile tra gli esseri viventi. Il capitano e il selvaggio sono assimilati in fondo dagli stessi bisogni e dagli stessi atteggiamenti di diffidenza, ma soprattutto la scimmietta è uguale a loro. Non solo, nel momento di bisogno è proprio lei a indicare la strada giusta da seguire per la sopravvivenza, come a significare la distanza ormai incolmabile tra l’uomo terrestre contemporaneo e i bisogni primari. Non fermiamoci, dunque, di fronte alle apparenze e a sbrigative letture, che etichetterebbero presto il film come non credibile e raffazzonato: ricordiamoci anche dove ci troviamo.
S.O.S. Naufragio nello spazio [Robinson Crusoe on Mars, USA 1964] REGIA Byron Haskin.
CAST Paul Mantee, Victor Lundin, Adam West.
SCENEGGIATURA John C. Higgins, Ib Melchior. FOTOGRAFIA Winton C. Hoch. MUSICHE Nathan Von Clease.
Fantascienza, durata 110 minuti.