Festival del Cinema di Cannes, 13 – 24 maggio 2015, Cannes (Francia)
L’equilibrio della semplicità
Cinque volontari collaborano a un’azione umanitaria nella Jugoslavia postbellica (1995). Il loro compito è di liberare un pozzo da un cadavere, in modo da poter nuovamente rendere potabile l’acqua. Problemi burocratici e contrasti umani impediscono il tranquillo svolgimento della missione quotidiana.
Il contrasto fin da subito evidente è quello tra i toni (apparentemente) leggeri dei personaggi e quelli drammatici del momento storico narrato. Portandosi a casa una standing ovation e applausi scroscianti alla prima mondiale alla Quinzaine des realisateurs di Cannes 2015, Fernando Leòn de Aranoa può ritenersi soddisfatto per aver creato un film equilibrato nelle sue diverse componenti, capace di crescere man mano che passano i minuti e di colpire con la semplicità di parole che rendono situazioni al limite dell’umana sopportazione. Le diverse anime di A Perfect Day si svelano durante il racconto, mettendo in scena persone più che personaggi, con la macchina da presa che resta sempre vicino a loro senza mai intervenire, delegando alla realtà dei fatti il compito di mostrarsi allo spettatore. Poche e semplici frasi fungono da didascalie alle vicende mostrate: per infettare l’acqua del pozzo si usa un cadavere umano poiché gli animali vanno mangiati. In questa terra di tutti e di nessuno, i patti e i protocolli realizzati lontano dagli scenari di guerra (a Ginevra soprattutto) si rivelano quanto di meno appropriato esista per il compimento di azioni umanitarie di qualunque tipo. L’assurdità dei personaggi viene bilanciata da quella delle presunte soluzioni applicate dai piani alti della società. La contraddittorietà delle due percezioni di una stessa realtà si riassume nella semplice opposizione di guerra in corso/guerra finita, nel semplice dubbio di dover passare a destra di un blocco stradale per evitare le mine senza sapere da quale prospettiva guardare, in un semplice “c’è la corda, ma la corda non c’è”. Il regista compie in questa creazione un passo indietro da un punto di vista creativo e lascia che a parlare siano le voci dei personaggi e dei loro sguardi, non ricorrendo neanche a immagini particolarmente disturbanti o forzate. La realtà lo è già abbastanza e il fatto di farle intravedere ai margini delle inquadrature rende questa percezione ancora più forte. La semplicità dei personaggi, dei dialoghi e la limpidezza con cui viene reso il momento storico protagonista crea un equilibrio delle forme tale da lasciar crescere il racconto in un climax cui si può guardare da molteplici sfaccettature senza trovarsi mai dalla parte giusta. La relatività delle posizioni aggrava ancora di più un conflitto già di per sé irrisolvibile tra le parti in gioco e, allo stesso tempo, interno ai giocatori in campo.
A Perfect Day [id., Spagna 2015] REGIA Fernando Leòn de Aranoa.
CAST Olga Kurylenko, Benicio del Toro, Tim Robbins, Mélanie Thierry.
SCENEGGIATURA Fernando Leòn de Aranoa. FOTOGRAFIA Alex Catalàn. MUSICHE Arnau Bataller.
Drammatico, durata 105 minuti.