SPECIALE ÁLEX DE LA IGLESIA
Delitto al megastore
Apologo grottesco sulla società dei consumi, sui suoi vuoti simulacri e sugli improbabili modelli che la dominano, Crimen perfecto è anzitutto un film per il grande pubblico, premiato dal botteghino – oltre 10 milioni di Euro di incasso – e dai festival, ulteriore conferma dell’imprevedibile talento di Álex de la Iglesia.
L’intera esistenza di Rafael gravita intorno a una serie di obiettivi molto chiari: nel negozio di abiti firmati dove lavora, all’interno di un grande centro commerciale, l’imperativo è quello di una scalata sociale che metta al primo posto le donne, il denaro e il lusso, e trascuri tutto il resto. Determinato a diventare responsabile del reparto femminile della boutique, consuma notti illecite all’interno del megastore, tra le gambe di colleghe avvenenti (una diversa ogni sera) e le lenzuola dei letti in esposizione. Quando per errore uccide Antonio, il più capace e determinato tra i suoi contendenti alla promozione – esilarante figura di omosessuale vendicativo con parrucchino – Rafael precipita in un delirio vittimistico di bugie e monologhi interiori, deciso a nascondere il misfatto e a riprendersi la sua vita. Non sa che la collega Lourdes, brutta, molesta e infantilmente ricattatoria, l’unica di cui Rafael non abbia voluto conoscere le grazie, ha assistito per caso all’omicidio involontario di Antonio e ora, in cambio del suo silenzio e della sua complicità, lo costringe a sposarla. Obbligato ad accettare, Rafael si renderà presto conto dei capricci di cui è indifesa vittima, e capisce di dover uccidere anche Lourdes per potersene liberare: l’impresa si rivelerà tutt’altro che semplice e finirà per ribaltare gli assunti di partenza. Con estrema disinvoltura drammaturgica e un impressionante talento visivo – de la Iglesia, piaccia o non piaccia il suo cinema, muove la macchina da presa con suggestiva e spesso originale puntualità – il regista confeziona, sotto la forma del paradosso, la futilità delle mode che la società contemporanea, spagnola ma non solo, consumistica e globalizzata, impone all’individuo: la donna più bella, l’abito più elegante, l’esistenza come una costosa pubblicità senza fine, da vedere alla tv. Puntando ancora una volta sulla contaminazione tra i generi, operazione di cui in patria è maestro, de la Iglesia muove i suoi ottimi interpreti tra commedia, thriller e derive orrorofiche, giocando con la citazione (su tutti Hitchcock, omaggiato a partire dal titolo) e con la modulazione dei colori e del ritmo. Radiografando infine, con le immagini dello shopping sfrenato, delle code agguerrite di persone che attendono l’orario di apertura, il deserto affollato, postmoderno e farsesco, in mezzo a cui ciascuno di noi, solo come Rafael, si trova a camminare, senza esiti certi.
Crimen perfecto [Crimen Ferpecto, Spagna/Italia 2004] REGIA Álex de la Iglesia.
CAST Rafael González, Mónica Cervera, Luis Varela, Enrique Villén, Kira Miró.
SCENEGGIATURA Jorge Guerrícaechevarría, Álex de la Iglesia. FOTOGRAFIA José L. Moreno. MUSICHE Roque Baños.
Grottesco, durata 105 minuti.