Il successo dei Soliti Idioti, sorprendente solo per chi non conosce il formidabile seguito che il brand ha ottenuto su MTV e soprattutto sul web, si è andato ad aggiungere a quello di La peggior settimana della mia vita, e ha riconfermato l’affidabilità del prodotto nazionale.
Lasciamo stare per un momento l’abilità della famiglia Valsecchi nel costruire epocali successi su grande schermo a partire da culti televisivi e multimediali, e ragioniamo su quel che succede in Italia da qualche tempo. Il prodotto americano sembra aver perso la propria centralità. Non si tratta solamente di incassi ma di una vera e propria crisi, che coincide – guarda caso (ma non è mai un caso) – con la perdita di prestigio statunitense nella politica e nell’economia internazionale. La presidenza Obama, già fiaccata da un senso di delusione micidiale, finirà nei libri di storia per aver perso il predominio hollywoodiano sul prodotto cinematografico? È troppo presto, e comunque la capacità di penetrazione nei mercati esteri statunitense non può al momento essere scavalcata da nessun altro cinema nazionale o continentale. Nessuno è in grado di parlare a tutti e cinque i continenti, come invece fanno ancora oggi i film Usa. Tuttavia, qualcosa in Italia è successo: qui non funzionano i supereroi che altrove vanno fortissimo; qui non funzionano i comici Usa che sbancano oltre Oceano; qui fantascienza e horror (Avatar escluso) paiono alle corde; qui la commedia romantica hollywoodiana è un lontano ricordo; rimane solo il family, ovvero il genere per famiglie che permette di intrattenere i bambini e moltiplica gli incassi perché in sala ci va tutto il nucleo domestico e garantisce un forte impatto sul consumo di bevande, snack e merchandising.
Perché il prodotto americano non funziona più come un tempo? È probabilmente in crisi l’idea che i film hollywoodiani siano all’avanguardia tecnica e al tempo stesso ci raccontino di una società in perenne avanzamento. Non si crede più al cinema americano come portatore di una american way of life in cui riconoscersi. Tramonta il mito di una nazione che, anche nei momenti più bui e discutibili, sapeva raccontare se stessa al mondo e far sentire che i propri eroi coincidevano con i propri problemi e con il gusto internazionale. Ora tutto si è messo in movimento e la comunicazione dei new media ha modificato forse per sempre la percezione del contesto.
Altrove questa novità porta a una moltiplicazione dei punti di vista e delle pellicole di successo. Qui da noi, ancora (per poco) soffocati sotto una teca di sfiducia e ripiegamento localistico, lo scettro se lo prendono le commedie che ci rappresentano per come siamo. Mediocri.