Questi fantasmi
Non è facile come sembra definire le coordinate della carriera cinematografica di Claudio Bisio, “uomo di spettacolo” nel senso più ampio e nobile del termine: la prima fase sorprendentemente autoriale (con Dino Risi, Salvatores, Monicelli, Bertolucci, Rosi!) ma da comprimario/caratterista ha lasciato il passo dopo una quindicina d’anni al tentato passaggio alla commedia tout court.
Un terreno – sulla carta – più fertile per un personaggio da mettere al centro dell’attenzione in quanto mattatore, polo d’attrazione per chi ha seguito gli anni d’oro dello Zelig Mediaset. Ma sul grande schermo il Nostro ha faticato a trovare la continuità data inizialmente per scontata. L’affermazione è arrivata quasi per caso, nel 2010, con il successo oltre le aspettative di un remake: in Benvenuti al Sud prende infatti forma la figurina del lombardo tragicomicamente fuori contesto al sud, con corollario di sketch e situazionismo nazional-popolare. Ma che bella sorpresa (ma che brutto titolo!) non esula ovviamente da questa logica – perché mai dovrebbe – ma registra, nei limiti del possibile, un vago ma appagante scarto rispetto alla comicità premasticata cui in Italia siamo oramai assuefatti. Arduo individuarne i meriti precisi: forse la natura derivativa dell’idea (rifacimento del culto brasiliano A mulher invisivel), forse la gentile visionarietà favolistica della regia (di Alessandro Genovesi, già in sala pochi mesi fa con l’ambizioso quanto fallace Soap Opera). O forse, più banalmente, Ma che bella sorpresa vince perché rispetta lo spettatore, mantenendo ciò che promette. Fin dal trailer, che mette in chiaro la tonalità della storia e gestisce oculatamente una trama che sembra preannunciare curiosi risvolti: un professore di scuola media, abbandonato dalla moglie, incontra sul pianerottolo “la ragazza perfetta”, che incarna esattamente il suo ideale di donna e femminilità. Esplode la passione, ma il nuovo amore del prof è… un fantasma, una sua proiezione mentale. Il problema semmai è che dietro a questo colpo di scena – ripetiamo: ben visibile già nel trailer, niente spoiler – c’è molto poco. E l’attenzione residua si concentra sulla più telefonata risoluzione dei contrasti (fermo restando che le allucinazioni del protagonista non vengono mai trattate come una patologia ma come la simpatica stramberia di una simpatica canaglia), alternata alle lievi gag di Frank Matano e alla presenza/assenza dei genitori di Bisio, Renato Pozzetto (!!) e Ornella Vanoni (!!!). Ma che bella sorpresa avrebbe potuto essere un film molto più stralunato, surreale, nonsense. E forse avrebbe anche voluto esserlo: vedere per credere, la sequenza di Pozzetto e del veliero in miniatura che all’improvviso prende il volo, fuori campo, davanti al suo sguardo sbigottito.
Ma che bella sorpresa [Italia 2015] REGIA Alessandro Genovesi.
CAST Claudio Bisio, Frank Matano, Valentina Lodovini, Renato Pozzetto, Ornella Vanoni.
SCENEGGIATURA Alessandro Genovesi, Giovanni Bognetti, Claudio Torres. FOTOGRAFIA Federico Masiero. MONTAGGIO Claudio Di Mauro.
Commedia, durata 91 minuti.